lunedì 7 febbraio 2011
IL COMMISSARIO DEL CAS GUARDA - CON UN SOLO OCCHIO - A CIO' CHE ACCADE NELL'AUTOSTRADA MESSINA - PALERMO
La pericolosità dell'Autostrada 20 Messina-Palermo è ormai assodata: lo gridano ad alta voce i disastrosi incidenti registrati nel giro di un paio di mesi: da quello della famiglia sterminata (quattro vittime tra cui due bambine in tenera età) avvenuto presso lo svincolo di Castelbuono il 30 gennaio scorso, all'altro del 4 febbraio che, nella galleria Tindari, da troppo tempo trasformata in doppio senso di marcia, ha strappato la vita al 42enne Signorino Lenzo, di Capo d'Orlando e mandato all'ospedale il conduttore di un camion coinvolto nell'incidente.
Senza contare gli altri sinistri meno eclatanti e tuttavia inquietanti, come quelli ( ben otto in una mattinata) che nello scorso mese di dicembre hanno travolto una quindicina di persone mentre stavano recandosi al lavoro. Dopo questa drammatica cartolina illustrata, ci si attendeva che qualcuno dei responsabili del CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) si facesse vivo per assicurare qualcosa di consolatorio e soprattutto riparatorio: per quanto concerne soprattutto la qualità della strada. Cosa che, invece, non è avvenuto.
O più precisamente è accaduto che il Commissario straordinario del Cas , arch. Calogero Beringheli, in una nota diramata tre giorni fa, ha annunciato che il prossimo 18 febbraio incontrerà il Dirigente della Sezione provinciale della Polizia Stradale dott. Sergio Iannello, “per affrontare le problematiche connesse ai sinistri nelle autostrade Messina Palermo e Messina Catania e, conseguentemente, individuare i possibili strumenti ed iniziative per ridurre i danneggiamenti patiti dagli utenti, alcuni dei quali sono però ritenuti sospetti”. A giudizio del signor commissario del Cas, i sinistri in autostrada per la maggior parte sarebbero causati "dall'alta velocità e/o alla distrazione degli automobilisti che ritengono la tratta autostradale una pista facilmente percorribile ad alte velocità".
Ragion per cui bisognerebbe ammettere (sempre secondo i suoi parametri) che nulla ha a che vedere con gli incidenti il fatto che il fondo stradale è in condizioni inidonee e che persistono, dopo anni, gallerie chiuse con l'unica alternativa del ripiego al doppio senso, deviando il traffico in quelle parallele, lasciate però in condizioni di luce assolutamente scarse e quindi pericolose.
Figuriamoci se, con questo modo d'agire, si possa sperare in qualche intervento davvero efficacemente riparatorio....
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