sabato 8 settembre 2007

COME L'ARABA FENICE


E’ nata dalle sue ceneri, più bella di prima.
E’ l’araba fenice.
Dopo mezzo millennio di vita nutrita da un cibo speciale – perle d’incenso – il mitico uccello arde su un rogo per risorgere subito dopo dalle sue ceneri, più bello, più puro, più forte di prima. Il magico pennuto, considerato il simbolo della resurrezione, potrebbe un giorno essere il simbolo della rinascita della nostra città, che, bruciando l’andazzo che scombina la vita in comune, riacquisti l’armonia faticosamente raggiunta due secoli or sono, quando si fusero le due comunità di Pozzo di Gotto e Barcellona.
Non fu facile allora unificare gli spiriti delle due “popolazioni”, che per anni erano state divise dallo storico torrente Longano.
Per decenni ancora, dopo quella storica fusione, il campanilismo esacerbò i rapporti tra pozzogottesi e barcellonesi, tra “nfummicati” e “mangiacagnoli”, non ci fu serata senza che si registrassero, nei pressi del bastione che tagliava la via Operai, scontri tra gruppi di teste calde di entrambe le fazioni. Sassi e bastoni erano le armi comuni, e le botte da orbo erano all’ordine…della notte. Poi a poco a poco, la città si allargò, la via Operai scavalcò il torrente, Pozzo di Gotto divenne Barcellona e Barcellona diventò Pozzo di Gotto.
A rimarcare il divario restò tuttavia qualcosa: le due processioni delle Varette, che finalmente, alla fine del ‘900, dopo lunghi litigi, riuscirono ad incontrarsi e a guardarsi in tralice, sulla copertura del Torrente di storica memoria.
Comunque una certa armonia si è raggiunta, anche se ancora permane un po’ di quello spirito campanilistico.
Quello che invece ha dato una mano a disarmonizzare la nostra vita è stata la conduzione della cosa pubblica, che in tanti anni non è riuscita a far progredire questa nostra comunità, né sul piano ambientale, né su quello produttivo, né su quello comportamentale. Spesso s’è fatto più fumo che fuoco. Anzi, addirittura, è mancato quel fuoco che, come per l’araba fenice, arde soltanto per rendere più belli, più puri, più forti.

CIFRA

venerdì 7 settembre 2007

C'ERA UNA VOLTA







ROBERTO MOLINO

Il consiglio comunale di Barcellona boccheggia. Non ce la fa a sostenere una nuova amministrazione e tuttavia gli mancano i numeri per decidere un dignitoso autoscioglimento, prima che decada per inadempienza. E così si avvia, impotente, verso un commissariamento imposto d’autorità”. Potrebbe sembrare un fatto d’attualità, a chi ha ancora in mente che appena sei mesi fa , in città, si parlava tanto di scioglimento forzato del consesso cittadino.
Ma non è così, perché quelle prime righe opportunamente virgolettate
appartengono alla cronaca politica locale di quattordici anni fa.
L’ho estrapolate da un mio articolo del 7 ottobre 1993, quando la storia di Barcellona cominciò la sua prima grande penosa svolta che mise fine alla quarantennale era santalchiana, per imboccarne
un’altra che sarebbe dovuta essere di rinnovamento e che, poi, si è rivelata un’avventura che ha tutto cambiato per nulla cambiare. Sembrava che ci fosse già pronto l’uomo nuovo, da sostituire ai sindaci di carta che negli ultimi due decenni avevano rappresentato a Palazzo Longano il senatore, ma fu soltanto una comparsa, di vita molto breve: di non oltre 100 giorni.
Ma andiamo con ordine, visto che mi piace ricordare quanto succedeva allora a Palazzo Longano.
Prima fase: la Democrazia Cristiana, cioè Santalco, constatando che il consiglio comunale non è in grado di costituire un’amministrazione attiva, propone l’autoscioglimento del Consiglio, per potere presto andare a nuove elezioni. Poi ci ripensa e fa propria la proposta delle minoranze che si dicono favorevoli ad una “giunta di salute pubblica”, cioè ad un’amministrazione sostenuta da tutti i gruppi politici, che affronti i problemi più urgenti della città.
“Questa nuova iniziativa coglie di sorpresa quanti si erano opposti all’ipotesi di autoscioglimento, sol perché era stata
avanzata da Santalco e suscita reazioni, che rischiano di determinare un irrazionale capovolgimento di fronte”.
Si entra nella seconda fase:Il consigliere dc
Roberto Molino, che nelle passate settimane aveva mostrato interesse per il “progetto-diga” contro l’autoscioglimento , adesso esprime il suo dissenso alla nuova apertura del suo partito, sostenendo che “gli organi presenti in consiglio hanno già dimostrato la loro incapacità a trovare soluzioni produttive per la città. Il loro lavoro si è limitato a mere enunciazioni di principio mai seguiti da fatti concreti. Essi dunque sono delegittimati, in questo momento, a prospettare ipotesi di governo per Barcellona”..
In questa incongruente atmosfera, s’inserisce il microgruppo del Msi,
da sempre emarginato a Palazzo Longano, coglie la palla in balzo per lanciare un proprio comunicato, in cui si esprime la convinzione che "i sei mesi che separano dalla conclusione della legislatura non consentono però ad alcuno di fornire risposte plausibili alle questioni che attanagliano la città”.
Forse senza volerlo, i futuri Aennini danno
spazio ad una nascente meteora: la cui durata non supererà i cento giorni.
Ragazzi, questa, per noi barcellonesi, è ormai “storia”
e chissà se, piano piano, non continueremo a raccontarla.

Francesco Cilona

giovedì 6 settembre 2007

IL SEMAFORO VIGILATO


Stamane, come da tempo si era auspicato, il cittadino barcellonese ha avuto finalmente la possibilità di notare che i due semafori di via Roma non erano incustoditi.
Si è pensato allora che, in ossequio ad una recente circolare ministeriale che sollecita un attento controllo agli incroci dotati di servizio semaforico, alcuni vigili urbani, quasi tutti di nuova assunzione, sin dalla prima mattinata fossero stati piazzati ai due incroci della via Roma con le vie Operai e Marconi. L'avvenimento - perché proprio di un avvenimento si tratta per la nostra città - è stato salutato con soddisfazione da pedoni ed automobilisti, perchè è servito a snellire il traffico e forse anche ad allontanare certe nuove abitudini che, negli ultimi tempi, avevano cominciato a radicarsi in prossimità dei due semafori.
Nella stessa mattinata, tuttavia, mentre si cercava di migliorare il deflusso agli incroci testè menzionati, nella vicina via Ugo di Sant'Onofrio, in prossimità del dismesso passaggio a livello, regnava il caos, a causa della presenza di automezzi disordinatamente posteggiati, che rendevano problematico il transito, soprattutto quando ad incrociarsi c'era qualche mexzzo più pesante.
In quella strada tanto trafficata, di vigili neppure l'ombra. E così l'attento cittadino ha dovuto riconoscere che soltanto la santa pazienza e l'abilità dei guidatori, in situazioni del genere, quando però non vengono meno, possono fare da tappabuchi alla mancanza di vigilanza.
Eppure, una volta, il Corpo di Polizia Urbana, aveva in dotazione due solerti motociclisti, che in continuo movimento per le strade di Barcellona riuscivano ad individuare le situazioni anomale e a fare in modo, anche rilevando contravvenzioni, di correggere certi comportamenti incivili.
Oggi, cosa mai impedisce un controllo motorizzato, più snello ed efficace di quello attuale?
La domanda c'è e non la fa soltanto Barcellonablog. Ci sarà una risposta? Ma chi la darà?
FRA' GALDINO

mercoledì 5 settembre 2007

LE PRIME PIOGGE



Dopo un agosto afoso e secco, finalmente settembre ha fatto il primo sforzo e ci ha regalato un bel po' di vento seguito da un acquazzoncello. Quelle prime gocce hanno giustamente allarmato un consigliere di Forza Italia, il signor Salvatore Imbesi, che nel timore di vedere allagata una delle più importanti frazioni periferiche - S.Antonio - s'è premurato a sollecitare, invocandolo al sindaco Candeloro Nania, l'intervento dell'Ufficio Strade Ville e Giardini, con personale e mezzi opportuni, per la pulitura dei pozzetti che portano le acque piovane alla fognatura della saia Borraccio, compresi quelli della sovrastante via omonima, presumibilmente da ispezionare per un eventuale ripristino della loro funzionalità. Come si può notare, c'è sempre qualcuno che si prende cura delle esigenze della città, anche se limitatamente ad una zona, ad una saia, ad una strada che ritiene a lui più pertinente. Per il resto della città, dove i pozzetti non dovrebbero essere meno intasati, probabilmente ci saranno ulteriori interventi per iniziativa di altri consiglieri, di modo che, anche se a camere stagne, dovrebbero arrivare sul tavolo del primo cittadino, inviti e sollecitazioni di svariati rappresentanti del variegato elettorato barcellonese, reclamanti un rapido generale intervento di disintasatura di tutti i tombini, al fine di salvaguardare la città dal possibile pericolo di allagamenti. Ma visto che si parla di rischio allagamenti, perchè non fare cenno ad un'altra impellente esigenza: quella di provvedere alla ispezione degli alvei dei torrenti che attraversano la città, ormai trasformati in una pattumiera in gran parte invasa da selvaggia vegetazione che rende difficile il deflusso delle acque verso il naturale sbocco a mare?
Del torrente Longano, si parla per esempio soltanto quando si deve pubblicizzare il progetto di ulteriore copertura a valle di quella già esistente, ma non si fa mai riferimento ai rischi che questo corso d'acqua può determinare. Se lo ricordano i nostri amministratori, perchè non è stato possibile, a suo tempo, proseguire la copertura del Longano verso monte? Se lo ricordano?
Fra' Galdino


.Nelle due foto: la copertura e la selva nell'alveo.

martedì 4 settembre 2007

L'ESTATE STA FINENDO


Ogni volta che si arriva a questo periodo, mi torna in mente questa canzonc ina, che negli anni novanta, per più di una estate, furoreggiò nelle discoteche, allora un po' meno vertiginose e brille di adesso.
Sì, un'altra estate se ne sta andando via, dai residence e villaggi che costellano la costa tirrenica messinese comincia l'esodo verso le case urbane. Molti giovanissimi, che la sera, anche senza andare in discoteca o in pizzeria, riuscivano a bivaccare in gruppo fino a tarda notte, dopo avere speso parte delle loro inesauribili energie o in spiaggia o sui campetti di gioco, adesso si dividono e si salutano, con visibile commozione. Forse si rivedranno la prossima estate, forse mai più. Tutto ciò mi sa un po' di romantico.
E poi dicono che i nostri giovani sono tosti e vacui. Ma chi l'ha detto! Sono diversi da noi o siamo noi diversi da loro? E la diversità non può voler dire evoluzione?
Panta rei, tutto cambia, e può cambiare in meglio. Il peggio è quando si finge di volere cambiare e si fa in modo di lasciare tutto come prima. E questo lo sappiamo fare bene molti adulti. Comunque i ragazzi sono cambiati,e tuttavia sono rimasti con la stessa umanità e la stessa irruenza che avevamo noi alla loro età. Sempre che non si sia introdotto a guastarli il male del secolo.
Ma ogni secolo ha avuto il proprio "mal".
Proprio stamane ho avuto la sorpresa di vedere cosa sanno fare questi giovani, per lasciare un segno originale prima di partire. E l'ho voluto fotografare quel segno. Ha tutta l'aria di un "totem", che sa tanto di antico e tanto di festosamente giovane.
CIFRA

SI SONNECCHIA A PALAZZO LONGANO


In una interrogazione al Sindaco presentata dai consiglieri dell'Udc Giovanni Messina e Giuseppe Trifilò, si chiede notizia sullo stato di avanzamento delle operazioni tecniche avviate per la modifica del Piano Regolatore Generale e sul perchè non è stata ancora composta la nuova commissione edilizia, a diversi mesi dalla formazione della nuova amministrazione comunale. "Ad oggi – si legge nell'interrogazione – non risulta ancora nominato alcun componente e ciò produce un notevole disagio ai cittadini che per necessità e spirito imprenditoriale, intendessero edificare e investire sullo sviluppo e la trasformazione necessaria del nostro territorio". Gli interroganti sottolineano che i cittadini attendono che il sindaco sia esplicito sui tempi necessari alla nomina dei componenti della commissione e sulla sua conseguente entrata in vigore. Se per la formazione dell'importante commissione si dovessero prevedere tempi lunghi - secondo gli interroganti -occorrebbe "dare mandato agli uffici competenti affinchè svolgano, e ciò dovrebbe già avvenire, le mansioni relative al rilascio delle concessioni edilizie previo espresso parere per quanto di loro perizia". I sottoscrittori dell'interrogazione fanno presente che all'art. 4 il decreto dell'Assessorato al territorio e all'ambiente, dipartimento regionale urbanistica, è abbastanza chiaro, in questo senso, in attesa della preparazione del piano regolatore.
E' ovvio che i problemi sono due, sui quali, se non si è svegli e determinati, non sarà facile mettervi le mani. 1) Quello dell'operazione relativa alla modifica dello strumento edilizio, che è legata soprattutto alla conferma o meno dei limiti urbanistici che garantiscano adeguato territorio agli spazi pubblici e al verde cittadino, sarà sicuramente un tempo abbastanza prolungato, dipendendo soprattutto dalla necessità di portare a termine le numerose vertenze legali, impiantate da cittadini che si sentono defraudati dallo sfornato piano dei vincoli urbanistici.
2) Quello riguardante la composizione della commisione edilizia potrebbe essere celermente avviato a soluzione, ma probabilmente non lo sarà, perchè si dovrà dare conto alla varietà di richieste, se non addirittura di pretese, ovviamente scaturienti dalla massa di amici che, per rigovernare a Palazzo Longano, gli amministratori in uscita hanno dovuto procurarsi inventando una miriade di liste civetta.
Fra' Galdino

lunedì 3 settembre 2007

LETTERA AD ANDREA


Caro dott. Italiano...Avrei potuto cominciare così, ma preferisco, più confidenzialmente, un altro incipit, anche perchè ho un collega del tutto tuo omonimo.
E allora:-Caro Andrea, mi congratulo intanto per la tua dichiarata disponibilità a seguire questo "blog", e spero che non solo lo apprezzerai, ma anche proverai a diffonderlo. Sarà un'azione positiva che, probabilmente, ti farà accorgere che Bacellonablog e Genius-Loci possono operare in simbiosi. Quanto hai scritto, nel tuo commento, mi sembra un buon auspicio in questa direzione. Mostrare sia il bello, sia il brutto è un po' la prassi di chi ama l'obiettività: e su questo non ci piove. Peccato che il brutto, purtroppo, si mostra da sè, ma chi dovrebbe vederlo finge di non accorgersene. Ed allora, giocoforza, occorre qualche sferzata, anche se capita che i colpi incidano poco o niente su certe facce di bronzo. Il bello, spesso, rimane occulto e starebbe a noi "tirarlo dal ventre", come retoricamente ha detto recentemente l'amico Rino. Quando sottolinei la necessità di valorizzare i beni culturali (pochi quelli esistenti e, in parte, latenti ndr), ed esprimi nel contempo la speranza che voi giovani nutrite: cioè che "chi di dovere" cominci a vergognarsi, in altre parole fai eco alla nostra "caduta di braccia" di fronte a chi, pur avendo il dovere precipuo di muoversi, delega gli altri a far partorire alla città i beni culturali di cui sarebbe "pregna".
Apprendo da te che, se il Comune è giovane, tuttavia Barcellona, come entità territoriale etc.etc. è un luogo ben radicato a partire dal 500 (tardo manierismo): peccato - aggiungo io - che finora è stata messa pochissima acqua per mantenere vegete quelle radici. E ti prego di non confondere questa mia costatazione con "nihilismo".
Questo, sì, mi dispiacerebbe molto, perchè, secondo me, nihilista non è chi constata il danno fatto dall'indifferenza, dall'opportunismo interessato, dall'ignoranza e dalla prepotente presunzione, ma chi distrugge le cose che valgono con la propria trascuratezza, con il proprio interesse privato, coi propri pregiudizi e soprattutto con la propria sete di potere.
Ci siamo capiti? Ciao.
Francesco Cilona

domenica 2 settembre 2007

I CIRCOLI DELLA "VIRTU'"



Giorni fa, sospettando che fossero in gran parte virtuali ( o come si diceva una volta:sulla carta) i cinquemila circoli della libertà, tanto declamati ed esaltati dalla "creatrice" Michela Vittoria Brambilla, la rossa creatura berlusconiana, ed avendo appreso che anche a Barcellona un cotale circolo era stato creato, ci siamo permessi di chiedere se fosse possibile sapere quale e in che via sarebbe la sua sede.
E' trascorso del tempo, ma nessuno s'è fatto sentire per soddisfare tale nostra curiosità. Riflettendo, ci siamo imbattutti in questo dilemma: o la gente non ci ha risposto, perchè nessuno ci segue e ci dà ascolto, o nessuno dei nostri centomila lettori conosce l'indirizzo da noi richiesto. In verità ci potrebbe essere un terzo "corno" del dilemma: che la gente se ne frega di noi e dei cinquemila circoli della Brambilla.
Senonché, stamane, leggendo i giornali, un flash ci ha illuminato: l'ha acceso il senatore Marcello dell'Utri.
Dopo avere letto un'intervista di Michela Vittoria Brambilla a Repubblica, "in cui la rossa presidentessa pronostica di raggiungere quota 9.000 a fine anno e annuncia un meeting nazionale ad ottobre, il senatore di Forza Italia, tra i fondatori del partito assieme a Silvio Berlusconi" ha svelato che tutti sanno che "i 5.000 Circoli della Libertà in realtà non ci sono". Noi non lo sapevamo con certezza, anche se lo sospettavamo. Comunque non ce ne sono 5.0000, non ce ne saranno per Natale 9.000, ma almeno qualche centinaio, di reali, in tutta Italia potrebbero esserci. E allora, se non siamo lontani dal vero, possiamo dirci "più realisti del re?"
Fra' Galdino

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barcellona pg, messina, Italy
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