"Quello che abbiamo fatto sul piano delle riforme, con il sostegno del
PD, è senza eguali nella storia della Sicilia. Riforme e scelte che
definire rivoluzionarie è poco".
Questa è una dichiarazione recente del presidente della Regione Raffaele Lombardo, che ho estrapolato dall'ultimo post del suo blog.
Mi serve per capire fino a che punto possa arrivare la mistificazione di certi nostri uomini politici.
A quali riforme si riferisce, il governatore Lombardo?
Non certamente a quella degli ATO, che sulla carta figura partorita un paio d'anni fa e tuttora resta inefficiente, perchè non realizzata. Infatti ancora dobbiamo sopportare i vecchi Ambiti territoriali, agonizzanti e, chissà per quanto tempo ancora, in attesa di morte.
Oppure si riferisce alla riforma dei tagli sanitari, che gli ha consentito di farsi bello di fronte al governo nazionale e di manifestarsi però mostruoso nei confronti della necessaria assistenza ospedaliera.
Considerarto che, con l'avallo di un suo assessore tecnico che, pure essendo esperto nel campo della Giustizia, giusto non appare nella salvaguardia dei diritti sanitari della popolazione, ha attuato e continua ad apportare tagli indiscriminati, come quelli che stanno riducendo a semplice ambulatorio uno dei più grandi e attrezzati ospedali della nostra provincia.
Dopo un assillante stillicidio depauperante, effettuato nei confronti del Cutroni-Zodda, con la riduzione di posti letto, i trasferimenti di reparti e servizi in altri ospedali e la chiusura d'intere corsie, adesso si toglie addirittura a questo ospedale - analogamente a quello di Mistretta - la prerogativa di fare nascere i futuri barcellonesi nella loro città.
Sì, perché stando a notizie attendibili, l'ospedale di Barcellona non avrà più la facoltà di fare parte dei cosiddetti punti nascita della nostra Isola.
Non voglio credere che sia esatto ciò che si va dicendo: che cioè si tratti di una questione ad personam, perché se così fosse sarebbe davvero ridicolo.
Le "ragioni" sarebbero altre, più recondite forse?
Qui non metto lingua. Dirò soltanto che mi sembra strano il comportamento vessatorio nei confronti della nostra città, e penso che ormai dovrebbe essere giunta l'ora per un effettivo chiarimento sulle cause di tale severità gestionale, che ha comportato e continua a comportare il "depauperamento" d'una struttura ospedaliera, nata per crescere - esistono parti ancora allo stato rustico - e bloccata durante la sua attività.
Quel che si sta facendo nei nostri confronti non è certamente benefico, e quindi non si può considerare benefattore il nostro Governatore, a differenza di quanto lui intende farci credere, vantando le sue riforme.
"I re che governano sui loro popoli - disse una volta il Migliore degli Uomini ai suoi discepoli - e quelli che hanno il potere si fanno chiamare benefattori. Voi però non agite così; ma chi tra voi è il più grande diventi come il più piccolo e chi governa diventi come quello che serve".
Ma queste sono parole di duemila anni fa.
Riusciranno ad assimilarle i nostri governanti?