MIRTO: E' ASSAI STRANO CHE SI DEMONIZZINO, IMPROVVISAMENTE, UN UOMO ED UN REGIME CHE GODEVANO, FINO A QUALCHE ANNO FA, DELLA "BENEDIZIONE" DELL'UNIONE SOVIETICA E DELLA SINISTRA INTERNAZIONALE. E CHE, RECENTEMENTE, ERANO STATI OSANNATI E "FESTEGGIATI" DAL GOVERNO ITALIANO.LA REGIONE SICILIANA DEVE ASSUMERE UNA GRANDE INIZIATIVA DI PACE, INVITANDO AL DIALOGO LE FORZE CONTENDENTI E PROPONENDO LA SICILIA COME "LUOGO" D'INCONTRO.Gli Indipendentisti del Fronte Nazionale Siciliano - in un comunicato riguardante l'attuale situazione in Libia - " (pur sostenendo che l'O.N.U. debba essere più presente nelle aree a rischio di stragi e di violazioni dei Diritti dell'Uomo e dei Popoli, nonchè nelle aree a rischio guerra) ritengono che la decisione di
"bombardare" Tripoli e la Libia sia di estrema gravità, sia avventata, sia priva della strategia della
gradualità degli interventi, necessaria per evitare l'irreparabile. Una strategia adeguata e finalizzata a
trovare, comunque,
una via d'uscita dalla crisi, praticabile e proporzionata alla gravità dei pericoli, ancorquando determinata.
Non si può, insomma, cominciare dai bombardamenti, che potrebbero distruggere tutto e tutti, se si vuole realmente la pace e la "normalità".
Non si possono aprire - con tanta disinvoltura - le porte al pericolo della terza guerra mondiale. Non si può mettere a rischio la vita, la collaborazione, il lavoro, l'economia e, soprattutto, la pace fra tutti i Popoli del Mediterraneo.
Intanto, la Sicilia dice "
no" all'uso delle
basi militari siciliane!
Detto questo, l'FNS invita il Govero Regionale ed il Parlamento Siciliano ad attivarsi presso l'ONU per porre freno all'
escalation della violenza. Ed anche per proporre un adeguato
"luogo" d'incontro alle parti contendenti. Nonchè per trovare, in un clima di fraternità, soluzioni della crisi in corso che escludano a priori i bombardamenti. Nessun luogo più della Sicilia è, infatti, idoneo per
ospitare e per promuovere una iniziativa di
pace e di collaborazione fra Popoli comunque nostri fratelli, in un momento tanto delicato, non solo per i Popoli del Mediterraneo ma anche per l'intera Umanità.