Conzula comu vo' sempri è cucuzza: o in un modo o in un altro , quel che conta è "IL TUTTO A NOI"
All'atto del rinnovo dell'organo che deve controllare l'operato economico del Comune, si sono verificati due fatti emblematci, identificabili in altrettante spaccature che da una parte hanno visto - quando s'è trattato di scegliere il terzo revisore dei conti- divisa la maggioranza che ha fatto braccio di ferro sui nominativi di Mariano Sottile ( sponsorizzato dal sindaco) e Giuseppe Rizzo, sostenuto da un nutrito gruppo di consiglieri della maggioranza;
e divisa - ma nel metodo di reazione - l'opposizione, che ritenendo un proprio diritto inserire nell'organo di controllo un elemento suggerito dai consiglieri di minoranza, e avendo vista bocciata la propria proposta di procedura unica, aveva espresso il proprio dissenso in maniera non uniforme: mentre cinque consiglieri (Messina, Pirri, Presti, Puliafito e Torre) optavano per l'abbandono dell'aula, uno (Calamuneri) vi rimaneva.
Due visioni di metodo diverse, che hanno avuto uno strascico polemico, con Orazio Calamuneri che ha stigmatizzato gli aventiniani, che praticamente allontanandosi dall'aula avrebbero favorito quanti hanno voluto accontentare il sindaco che, come già detto, sponsorizzava l'ex aennino Mariano Sottile. "Un'autorete dell'opposizione - ha detto ironico il consigliere sindacalista - che ha favorito l'amministrazione Nania".
"La nostra non partecipazione alla votazione - hanno ribattuto i consiglieri "autogollisti" - è coerente con la nostra denuncia di illegittimità della procedura, tanto che abbiamo già deciso di ricorrere al TAR per l'annullamento della votazione.
D'altronde non sarebbe stata giustificabile la permanenza in aula al fine di sostenere la candidatura di un professionista stimato che comunque era sempre espressione di una parte della maggioranza consiliare".
Insomma, l'obiettivo delle minoranze era e resta quello d'inserire un elemento che non sia espressione della maggioranza, e non quello di accentuare le momentanee divisioni della maggioranza, che in definitiva si risolvono in ricomposizioni che umiliano la democrazia.
Per riuscirci si cercherà di adire le vie legali.
E ciò perché, la politica del "tutto a noi", instaurata nel Palazzo Longano, alla fin fine, nonostante i bisticci, sembra essersi confermata anche nel momento in cui s'è dovuto procedere alla nomina dei revisori dei conti.
e divisa - ma nel metodo di reazione - l'opposizione, che ritenendo un proprio diritto inserire nell'organo di controllo un elemento suggerito dai consiglieri di minoranza, e avendo vista bocciata la propria proposta di procedura unica, aveva espresso il proprio dissenso in maniera non uniforme: mentre cinque consiglieri (Messina, Pirri, Presti, Puliafito e Torre) optavano per l'abbandono dell'aula, uno (Calamuneri) vi rimaneva.
Due visioni di metodo diverse, che hanno avuto uno strascico polemico, con Orazio Calamuneri che ha stigmatizzato gli aventiniani, che praticamente allontanandosi dall'aula avrebbero favorito quanti hanno voluto accontentare il sindaco che, come già detto, sponsorizzava l'ex aennino Mariano Sottile. "Un'autorete dell'opposizione - ha detto ironico il consigliere sindacalista - che ha favorito l'amministrazione Nania".
"La nostra non partecipazione alla votazione - hanno ribattuto i consiglieri "autogollisti" - è coerente con la nostra denuncia di illegittimità della procedura, tanto che abbiamo già deciso di ricorrere al TAR per l'annullamento della votazione.
D'altronde non sarebbe stata giustificabile la permanenza in aula al fine di sostenere la candidatura di un professionista stimato che comunque era sempre espressione di una parte della maggioranza consiliare".
Insomma, l'obiettivo delle minoranze era e resta quello d'inserire un elemento che non sia espressione della maggioranza, e non quello di accentuare le momentanee divisioni della maggioranza, che in definitiva si risolvono in ricomposizioni che umiliano la democrazia.
Per riuscirci si cercherà di adire le vie legali.
E ciò perché, la politica del "tutto a noi", instaurata nel Palazzo Longano, alla fin fine, nonostante i bisticci, sembra essersi confermata anche nel momento in cui s'è dovuto procedere alla nomina dei revisori dei conti.
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