OGGI MOLTI DI LORO SI SONO PRESENTATI NELL'AULA CONSILIARE NELLA SPERANZA DI COGLIERE L'INDIZIO D'UN'INIZIATIVA PER LA LORO STABILITA'
Precarietà è disagio, incertezza e, per questo MOTIVO, desiderio di stabilità.
Stasera, una parte dei 261 lavoratori precari del Comune di Barcellona, cogliendo l'occasione della riunione di consiglio programmata per oggi, si sono presentati nell'aula consiliare di Palazzo Longano, speranzosi di sentire, attraverso le parole del sindaco e gli interventi dei consiglieri, cosa si potrà fare per dare sicurezza alla categoria, che dal 1989 ha intrapreso il lavoro alle dipendenze del
nostro Comune.
Già nel 1995 il loro numero, assieme a quello dei cassintegrati, assommava a 140 unità e, pian piano, è giunto ad oggi a ben 261.
Impegnati come supporto negli uffici e nei servizi esterni, da tempo richiedono che il loro rapporto di lavoro, da part-time a tempo determinato, si trasformi in tempo pieno indeterminato.
Una richiesta comprensibile, per chi aspira alla stabilità, anche perché le condizioni precarie hanno impedito di aspirare ad un adeguato pensionamento, per l'assenza di contribuzione.
Nel tempo, molti di questi
lavoratori, pur percependo modestissimo salario, hanno formato famiglia, e ciò contribuisce ad accrescere il bisogno d'un maggiore adeguamento alle esigenze della vita, mediante la stabilizzazione.
Negi ultimi tempi non è mancata la mobilitazione degli interessati, e per giovedì prossimo, sempre con il supporto dei sindacati, si sta preparando l'ennesima manifestazione, con corteo e comizio.
Di tutto questo, il sindaco Candeloro Nania, presente in Consiglio Comunale, s'è detto consapevole. Ed ha spiegato che, a parte il fatto che sarebbe tutto interesse del Comune
non perdere nessuno dei lavoratori in questione, la situazione esistente non è stata creata dalla sua Amministrazione, e che d'altronde essa non è peculiare di questo Comune, in quanto si tratta di un fenomeno diffuso, che spetta alla Regione e allo Stato affrontare e risolvere.
A giudizio del sindaco, l'ente locale non può arrivare là dove potrebbe il presidente Lombardo, essendo, questo, un caso in cui occorre mobilitare stampa, sindacati, politici a livello addirittura nazionale.
Le minoranze consiliari, intanto hanno espresso il parere che bisogna sostenere la vertenza dei precari con atti deliberativi e far sentire la presenza dell'Amministratore locale, presso le istituzioni in grado di risolvere il problema.
Un problema che - sinceramente - si presenta di difficile soluzione, sia per ragioni di carattere burocratico, sia per la resistenza che si oppone a livello nazionale, dove si
piange per le
ristrettezze imposte dalla crisi ecomnomica che attanaglia la nazione.
CHI PRIMA NON PENSA IN ULTIMO SOSPIRA"La principale colpa della politica è di avere affrontato il tema del precariato alimentando il miraggio del posto fisso, andando avanti con le proroghe.
Avremmo dovuto, e mi ci metto anch'io, agire per trovare soluzioni per dare risposte definitive alle migliaia di precari". L'ha detto il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, rispondendo in merito alle proteste dei 22 mila precari degli enti locali che temono di perdere il posto dopo l'impu,gnativa da parte del commissario dello Stato della norma in finanziaria che avviava la stabilizzazione.
"C'è una norma nazionale che deroga al patto di stabilità - ha aggiunto Cascio - e che deve essere contrattata".
E qui sta il "
busillis", vedremo come reagiranno il Ministro
Tramonti e il
Senatur.