Ma cosa è accaduto di così eccezionale il 22 novembre scorso, da subissare il territorio della fascia tirrenica in provincia di Messina? Il geologo ce lo spiega chiaramente.
Il post riporta brani tratti da una recenzione del prof. Franco Ortolani, ordinario di geologia e Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II. (L’alluvione di martedì 22.11.2011 nel Messinese| Meteo Web)
"Una serie di cumulo nembi hanno inondato la superficie del suolo con precipitazioni piovose eccezionali che hanno superato i 350 mm in 12 ore. Il percorso dei cumulo nembi ha interessato obliquamente le valli del versante ionico mentre ha avuto lo stesso orientamento dei bacini idrografici, da sud a nord, lungo il versante tirrenico. In particolare sono state investite dalle forti precipitazioni parti delle valli del Patrì (oltre 10.000 ettari di bacino idrografico) e del Mela (oltre 10,000 ettari) mentre ilbacino del Longano (circa 1800 ettari) è stato interessato interamente dalle maggiori precipitazioni piovose. Il bacino del Longano si è trovato esattamente nella parte più piovosa della fascia per cui tutto il territorio per diverse ore è stato inondato complessivamente da oltre 300 mm di pioggia. L’asta torrentizia del Longano, lunga circa 10 km, per alcune ore ha dovuto smaltire acqua e detriti alimentati dal ruscellamento superficiale e da numerose colate di fango e detriti che hanno interessato i versanti collinari e montani contribuendo ad incrementare significativamente il trasporto solido anche con tronchi d’albero d’alto fusto. I dissesti causati dall’evento alluvionale: i versanti e le fiumare non hanno retto Durante il transito dei cumuli nembi la pioggia ha incessantemente martellato i versanti per cui potenti flussi di acqua e detriti si sono riversati negli alvei del Patrì, del Longano e del Mela causando repentine modificazioni dell’alveo. Come accade da diversi anni, gran parte dei detriti grossolani si è accumulata lungo gli alvei torrentizi causando una ulteriore aggradazione del letto e locali esondazioni con distruzione di strade come accaduto lungo la valle del Patrì. Il servizio è tratto da una recenzione del prof. Franco Ortolani, ordinario di geologia e Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II. I versanti collinari e montani caratterizzati da un substrato ricoperto da uno strato di spessore variabile da circa 1 m ad alcuni metri di rocce alterate e suolo hanno alimentato numerose colate rapide di fango e detriti che hanno mobilizzato istantaneamente diverse decine di migliaia di metri cubi di detriti, suolo e vegetazione arborea. La colata rapida di Scarcelli, frazione di Saponara Una colata rapida di fango ha causato tre vittime nell’abitato di Scarcelli, frazione di Saponara (figura 7). Tale dissesto ha le stesse caratteristiche di quelli verificatisi nell’area di Giampilieri e zone limitrofe il 1 ottobre 2009 quando la zona fu investita da oltre 200 mm di pioggia rilasciata da cumuli nembi, provenienti dallo Ionio, che si sono dissolti in corrispondenza dello spartiacque sui monti Peloritani L’esondazione del torrente Longano a Barcellona Pozzo di Gotto L’enorme volume di acqua e detriti affluito nell’alveo del torrente Longano ha determinato un rapido incremento della portata che si stima abbia superato i 500 mc/sec a Barcellona Pozzo di Gotto. Numerosi tronchi d’albero d’alto fusto hanno parzialmente occluso le luci dei viadotti e contribuito all’esondazione della fiumara Alcuni tratti dell’alveo della fiumara ricoperti per ricavare strade e parcheggi hanno contribuito ad incrementare gli effetti devastanti della piena improvvisa".
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