Il Governo Berlusconi "passa" al Senato e alla Camera: a Palazzo Madama, dove era stata chiesta dal Governo la "fiducia", i sì sono stati 162 mentre i no 135, gli astenuti 11. Al Senato le astensioni contano come voti contrari. per cui la differenza è risultata di 26 voti. Comunque, a Palazzo Madama, Berlusconi ottiene tre voti in più del previsto. Uno è quello del senatore Sebastiano Aparo Burgaretta che subito dopo è stato espulso dal Movimento politico per le Autonomie. In difformità dal gruppo, ha votato la fiducia all'esecutivo.
Alla Camera dei Deputati, il governo ha superato lo scoglio della sfiducia, essendo roiuscito a racimolare tre voti in più che hanno fatto la differenza, con 314 no e 311 sì alle due mozioni di sfiducia presentate nei confronti del Governo. Gli astenuti sono stati due. Contro la sfiducia e quindi a favore della maggioranza hanno votato i 235 deputati del Pdl; i 59 della Lega, 11 di Noi Sud (eccetto Antonio Gaglione); e inoltre Francesco Nucara, Francesco Pionati, Maurizio Grassano , Gianpiero Catone, Maria Grazia Siliquini, Catia Polidori, Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo.
Hanno detto sì alla sfiducia 206 del Pd; 22 dell’Idv; 35 dell’Udc; 31 di Fli (non ha partecipato al voto Silvano Moffa e all’ultimo momento Siliquini e Polidori si sono schierate con il centrodestra); 6 di Api; 2 Liberaldemocratici; 5 Mpa e inoltre Giorgio La Malfa, Giuseppe Giulietti, Rolando Nicco(Valle d'Aosta) e Paolo Guzzanti.
I PRIMI COMMENTI:
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COMUNICATO STAMPA
La fiducia ottenuta da Berlusconi al Senato e alla Camera è la pietra tombale sulla politica delle scorciatoie che i grossi oppositori di Berlusconi hanno perseguito con cieca insistenza.
A questo punto è ineludibile quello che i liberali vanno dicendo da molto tempo: le proposte del berlusconismo vanno sconfitte preparando in concreto il futuro del paese. E' urgente costruire un progetto alternativo al berlusconismo, che non sia un assemblaggio di proteste e di richieste inconciliabili ma costituisca una sintesi essenziale di scelte precise e coraggiose. Con un solo obiettivo, dare spazio istituzionale alla diversità dei cittadini e non ai corporativismi diffusi.
Per questo è indispensabile scoprire la via liberale delle riforme, riconoscendo ai liberali una voce politica autonoma. E ciò sarebbe particolarmente urgente qualora la legislatura dovesse scivolare verso le elezioni anticipate.
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