Molti dei nostri giovani, soprattutto quelli dell'età adolescenziale, vivono in condizioni di rischio, a causa dei molteplici influssi di una società che in maniera irrefrenabile continua a perdere il senso dei valori che vanno oltre la materialità economica. La famiglia, la scuola, i media e persino la Chiesa non sembrano essere più in grado di incidere positivamente sulla vita di molti ragazzi, che proprio in questi momenti difficili avrebbero maggiormente bisogno della loro guida.
Adesso si legge sui giornali che, in diversi centri della nostra provincia, più di un amministratore comunale si starebbe rendendo conto del rischio che i nostri giovani stanno correndo, attratti più dalle lusinghe della strada e della vita facile che dal diritto-dovere di crescere in virtù e sapienza. E sollecitati dalla possibilità di qualche sostegno finanziario promosso in alto loco i Comuni appaiono pronti ad organizzarsi distrettualmente con progetti mirati al recupero sociale di minori e alla loro sensibilizzazione contro il bullismo ed ogni altra forma di violenza.
Per quanto si parli di progetti, essendo essi sperimentabili soltanto su gruppi ristretti di soggetti, è chiaro che si tratta di piccole gocce in un mare di necessità, anche perchè sono molto varie le strade pericolose che la nuova società apre davanti agli inesperienti nostri ragazzi.
Una tra tutte, la grande importante rischiosa strada d'Internet, che molto benefica per un certo ampio aspetto, diventa pericolosissima se inforcata da soggetti in fase di prima maturazione. Eppure gli studi ci avvertono che sono proprio tali soggetti - giovani e giovanissimi - che frequentano massivamente i percorsi virtuali del Web.
"Nelle scuole secondarie italiane - si legge sulla Stampa - il 91% dei minori naviga su Internet e il 27% utilizza le chat, mentre quasi l’80% affronta il mondo del web senza la supervisione di un genitore. Anche per questo, più di un ragazzo su 10 dichiara di avere avuto contatti “pericolosi” on-line: un dato allarmante, se si pensa che di questi minori il 75% non parla poi in casa con i propri genitori di tali incontri sgraditi, per vergogna o perchè «i genitori non capirebbero». Un altro dato significativo: più della metà dei minori italiani tramite
Sono alcuni dei risultati dello studio di Polizia Postale e delle Comunicazioni e di Microsoft, presentati in occasione della giornata che inaugura
Francesco Cilona
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