L'alto costo del petrolio, il rischio di un suo esaurimento e la fertilità dell'ingegno umano stanno producendo una serie di novità, che se non fanno la stessa fine della bufala di Mastella, potrebbero alimentare la speranza di potere uscire da situazioni gravi, quali quelle della crisi petrolifera e dell'accumulo dei rifiuti urbani, non meno drammatico di quello che ta sconvolgendo il "napoletano".
Dopo la notizia della fattibilità di un trasformatore mobile dell'immondizia in energia pulita o quasi - il Thor - in avviamento sperimentale a Torrenova di Sicilia, un'altra novità confortante viene riferita in una nota Ansa, sulla fattibilità di un rivoluzionario - ma non per questo difficile - processo produttivo del bioetanolo, che attualmente viene prodotto e usato soprattutto nell'America meridionale.
Un'impresa statunitense, la Coskata, ha annunciato che verso la fine dell'anno avvierà la produzione di bioetanolo, non più ricorrendo al processo di fermentazione di prodotti agricoli zuccherini (cereali, canna da zucchero, amidacei e vernacce...), ma sfruttando addirittura i rifiuti organici urbani, mediante un primo processo (gassificazione) seguito da un secondo processo, affidato a particolari batteri che, immessi nel gas di monossido di carbonio ed idrogeno ottenuto, lo "digeriscono", trasformandolo in etanolo.
Il costo di questo nuovo procedimento sarebbe basso, tanto da abbattere il prezzo del prodotto finale del 40% rispetto a quello dell'etanolo ricavato dal frumento. Al vantaggio economico, se ne aggiungerebbe un altro non meno importante: quello di incidere in maniera efficace e notevole sullo smaltimento dei rifiuti urbani senza ricorrere a metodi inquinanti, mastodontici, costosi e persino inadeguati. La notizia d'agenzia è stata ripresa dalla rivista americana Wired. ======>
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