La città che non cambia.
E' questa nostra Barcellona, che continua prendere coraggiosamente l'umido della sera per ascoltare i soliti tre, tornati allo scoperto dopo la pioggia di dimissioni politiche;
che è adusa a tollerare lo sconcio di scritte - eufemisticamente dette graffiti - sui muri delle scuole e delle chiese;
che è abituata a sentir parlare, periodicamente, come fosse un rito, di manipoli di vandalotti che hanno sconvolto, di notte, gli interni delle scuole;
che è in grado di portare a Palazzo Longano maggioranze bulgare, mutate soltanto di colore, ma sempre sotto l'egida di un senatore.
Questa è Barcellona, che sembra cambiare e che non cambia mai.
Eppure non manca chi crede di potere fare qualcosa per rinnovare la città, di dare una spinta alla rinascita della cultura e della politica, di scavare nel suo territorio alla ricerca di radici più profonde e consistenti.
Sono pochi, sono molti?
Non si sa: e ciò perchè oltre ai veraci ci potrebbero essere gli ipocriti, i presuntuosi, gli opportunisti.
Cioè i veri finti.
Comunque non bisogna mai disperare, perchè si sbaglierebbe ad avere la pretesa di sostenere che giudicando non si sbaglia.
E lo dico qui, per ricordare a me stesso che potrei avere testè espresso un giudizio errato su questa nostra città.
Può darsi che sia il sottoscritto, soltanto il sottoscritto, a non essere cambiato.
Fra' Galdino
2 commenti:
FRA' GALDINO, la verità è spesso noiosa, (PER GLI OPPORTUNISTI E BUGIARDI) rassegniamoci.
Eh, no! Chi si rassegna prende la rogna. E di rogne, in questa nostra vita, ce ne sono tante!
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