FOTO: IL CUTRONI-ZODDA E LA PARTE ANCORA RUSTICA
Si radicalizzano posizioni e giudizi sulla sorte del Cutroni Zodda. Mentre dall’alto si cerca d’imporre un’ulteriore riduzione delle capacità di servizio dell’ospedale barcellonese, presumibilmente a vantaggio di altro nosocomio vicino, in città, nonostante si siano stabiliti, in una serie d’incontri a Palazzo Longano, i termini di una piattaforma di proposte da presentare all’assessore regionale alla sanità e al manager dell’Asl 5, si continua a mantenere uno stato di malcontento e d’incertezza tali da fare sospettare che, in definitiva, non si sia ancora riusciti a focalizzare la gravità e l’importanza del problema.
Si radicalizzano posizioni e giudizi sulla sorte del Cutroni Zodda. Mentre dall’alto si cerca d’imporre un’ulteriore riduzione delle capacità di servizio dell’ospedale barcellonese, presumibilmente a vantaggio di altro nosocomio vicino, in città, nonostante si siano stabiliti, in una serie d’incontri a Palazzo Longano, i termini di una piattaforma di proposte da presentare all’assessore regionale alla sanità e al manager dell’Asl 5, si continua a mantenere uno stato di malcontento e d’incertezza tali da fare sospettare che, in definitiva, non si sia ancora riusciti a focalizzare la gravità e l’importanza del problema.
Mentre da Palazzo Longano il sindaco Nania annuncia un piano che prevede il rafforzamento di diversi servizi (cardiologia, nefrologia, rianimazione…) che secondo le prospettive regionali potrebbero essere invece penalizzati, secondo una visione sindacale, diametralmente opposta, bisognerebbe invece invocare, nell’ambito ospedaliero, tre fattori indispensabili: agibilità, sicurezza e qualità. In pratica s’è aperta una contesa tra chi la vuole cotta e chi la vuole cruda: tra intolleranti, che avanzano sospetti di privilegi da mantenere, e pretendenti che, vivendo nel timore d’essere scalzati, cercano di difendersi chiedendo il rafforzamento di piccoli reparti, giustificato – a loro giudizio - dall’esigenza di mantenere efficienti ed adeguati all’ampiezza del territorio i servizi cosiddetti di “emergenza e urgenza”.
Tutto ciò senza riflettere che il “Cutroni Zodda” dovrebbe essere anzitutto la casa del “paziente” e non del medico e del politicante.
Dire che in un nosocomio bisogna garantire la qualità e l’efficienza non è sbagliato, ma potrebbe essere semplicemente pleonastico, perché tutti vogliamo che qualsiasi servizio sia qualificato ed efficiente. A maggior ragione il servizio ospedaliero. Direi che la pretesa è giusta, ma non sufficiente, visto che l’efficienza non può prescindere dall’ausilio di mezzi e di strutture adeguati, oltre che di personale preparato e onesto.
E qui, tra le ragioni dei due litiganti, dovrebbe inserirsene una terza: quella che mi rode da sempre, riguardante la necessità di completare la parte di ospedale finora rimasta allo stato rustico, che è davvero un delitto “politico” trascurare, visto che il “Cutroni-Zodda” ultimato sarebbe in grado di pretendere molto di più di quanto si intende chiedere adesso.
Francesco Cilona
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