Gabrielli
via Cambria>
Dopo avere pianto sul latte versato, si infilerà la testa dentro la sabbia?
La tragedia che coinvolge una buona parte della fascia tirrenica, con Barcellona e Saponara al centro, non vorremmo che fosse solo motivo emotivo soltanto per poi essere accantonata, così come sempre è avvenuto, soprattutto in questa nostra martoriata Isola.
Fa senza dubbio effetto constatare la grande emozionante partecipazione di centinaia di giovani e non solo giovani che generosamente si sono prestati e continuano a farlo per liberare case, cantine, negozi, marciapiedi, auto e tutt'altro dalla morsa del fango, nè si può essere insensibili all'angoscia di quanti, in men di 24 ore, hanno visto distrutto il frutto dei propri sacrifici, dalla furia di torrenti e saie non reggimentati.
Ma limitarsi all'evanescente reazione emotiva costituirebbe un delitto, perché ciò escluderebbe una impellente esigenza: quella di fare chiarezza sulle reali cause di tanto sfacelo.
Abbiamo altre volte detto che ciò che è accaduto il 22 novembre 2011, è stato un evento annunciato, e non nel senso che si poteva malauguratamente prevedere tantisimo danno, ma che ci si preoccupava del rischio che poteva incombere sulla città in caso di piogge torrenziali, già in precedenza sprerimentate.
Già! Per avere accennato all'eventualità di pericoli, quando si è scritto qualcosa mentre la prima pioggia incalcava, qualcuno ha avuto la sfacciataggine di parlare di inutile allarmismo per poche gocce di pioggia e di uccelli di malaugurio pronti a polemizzare inutilmente.
Solo che purtroppo poi il Longano, l'Idria e la moltitudine di saie tombati - così li ha definiti il capo della Protezione Civile nazionale Guido Gabrielli - hanno gridato chiaro che esiste una grande responsabilità umana.
CLICCA
GAZZETTA DEL SUD - ONLINE - Messina - Barcellona, dramma annunciato Si conoscevano le zone a rischio
Ma limitarsi all'evanescente reazione emotiva costituirebbe un delitto, perché ciò escluderebbe una impellente esigenza: quella di fare chiarezza sulle reali cause di tanto sfacelo.
Abbiamo altre volte detto che ciò che è accaduto il 22 novembre 2011, è stato un evento annunciato, e non nel senso che si poteva malauguratamente prevedere tantisimo danno, ma che ci si preoccupava del rischio che poteva incombere sulla città in caso di piogge torrenziali, già in precedenza sprerimentate.
Già! Per avere accennato all'eventualità di pericoli, quando si è scritto qualcosa mentre la prima pioggia incalcava, qualcuno ha avuto la sfacciataggine di parlare di inutile allarmismo per poche gocce di pioggia e di uccelli di malaugurio pronti a polemizzare inutilmente.
Solo che purtroppo poi il Longano, l'Idria e la moltitudine di saie tombati - così li ha definiti il capo della Protezione Civile nazionale Guido Gabrielli - hanno gridato chiaro che esiste una grande responsabilità umana.
S.O.S CROLLO TORRENTE IDRIA
CLICCA
GAZZETTA DEL SUD - ONLINE - Messina - Barcellona, dramma annunciato Si conoscevano le zone a rischio
1 commento:
SI, bisogna fare chiarezza sulle REALI CAUSE di tanto sfacello. Mi domado: il LONGANO "tutto" veniva pulito?
Posta un commento