domenica 14 dicembre 2008
LE PERLE DI DELTURCO E DI BOSSI
"Quasi quasi - dice Del Turco, l'ex governatore d'Abruzzo, costretto a dimettersi, lo scorso luglio, perchè arrestato per presunte tangenti nella sanità privata - mi viene voglia di tornare a fare politica". E con ciò apre la possibilità di candidarsi alle prossime europee con il Popolo della Libertà. Evidentemente D.T. crede di trovare affinità ambientali in quel Partito.
D'altronde in quello che fu il suo partito (il PD) non riuscirebbe più a starci, anche se glielo consentissero, tanto grande è la delusione che gli ha trasmesso il comportamento di Veltroni, che in tutta la sua brutta vicenda non s'è fatto sentire neppure una volta per confortarlo.
Di Veltroni pensa così bene che è convinto della "sua" sconfitta alle odierne elezioni regionali d'Abruzzo.
"Veltroni - sostiene Del Turco - perderà sicurammente in ogni caso: sia nel caso che vinca il candidato del Pdl (Chiodi), sia nel caso in cui dovesse vincere il candidato PD-IdV (Costantini), per il semplice fatto che il vero artefice della vittoria sarebbe Di Pietro". Quindi - secondo Del Turco - eventuali meriti andrebbero a Di Pietro, mentre tutti i demeriti cascheranno addosso a Veltroni".
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La modifica della Costituzione, nel modo minacciato da Berlusconi - "La faremo con la sola nostra maggioranza e la sottoporremo alla volontà del popolo supremo."- non piace a Bossi, il quale si lamenta che, così dicendo, il leader concede alle minoranze l'alibi per negare la possibile collaborazione nella riforma federalistica, che è quella che sta più a cuore alla Lega: "Diciamo la verità: noi avevamo ricucito con la sinistra, cercando con grande tenacia il dialogo. Poi Berlusconi ha annunciato che non avrebbe mai più parlato con l'opposizione, e loro, quelli del Pd, hanno preso la palla al balzo".
"Non dimentichiamo - dice Bossi - che, a causa del regolamento del Senato, l'opposizione ha un potere enorme".
"Hanno fatto capire che dopo queste uscite del presidente del Consiglio si sarebbero attenuti strettamente al regolamento del Senato. E siccome ogni emendamento può essere illustrato, siccome ogni singolo parlamentare può parlare per tanto tempo, è chiaro che se si va avanti così la discussione sul federalismo si ferma almeno per qualche mese".
Comunque Bossi, che è un furbacchione, crede di potere miticare il comportamento di Berlusconi e s'è sentito con lui per questo, e alla fin fine cerca di minimizzarne la virulenza facendo intendere alle opposizioni di essere
"convinto che Berlusconi quelle cose le abbia dette un po' così".
"Non ci crede neppure lui che il dialogo con l'opposizione vada interrotto. È che a volte quando ti sparano addosso, quando ti attaccano pesantemente sul piano personale, come ha fatto l'opposizione, i nervi possono saltarti".
E adesso i nervi, a Berlusconi, glieli metterà a posto il senatur?
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