mercoledì 17 dicembre 2008

LA CARTA PREPAGATA O SOCIAL CARD SARA' DAVVERO UNA BUFALA?


TRENTO. Doveva essere l’uovo di Colombo per combattere la crisi. La social card era stata presentata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti come un aiuto concreto per i più poveri. Quaranta euro al mese per fare la spesa in negozi convenzionati. Alla prova dei fatti, però, è una beffa. Le Poste, che hanno il compito di consegnarla, dichiarano di averne date duecento in tutto il Trentino. E, a sentire i Caf, la situazione non migliorerà. Tutta colpa dei requisiti troppo restrittivi.
Le Poste italiane, alle quali va richiesta la tesserina blu, dichiarano di aver consegnato appena 200 social card in queste prime due settimane di distribuzione. E le tessere non possono essere ancora usate, dal momento che il Ministero è indietro con il caricamento dei soldi e visto che ancora mancano le convenzioni con i negozi in cui usarle. Difficoltà che spingono il segretario della Cgil Ruggero Purin a dire che «la social card è un bluff. Una beffa per la povera gente. . Potrà essere usata nei negozi che aderiscono al circuito Mastercard, sempre che abbiano firmato la convenzione. Il direttore provinciale dell’Inps Giuseppe Costantini spiega che, alla fine, i potenziali beneficiari saranno pochi. Cioè i pensionati che hanno un trattamento al minimo con le integrazioni sociali, il che vuol dire che non hanno altre fonti di reddito».
La tessera è destinata a pensionati con più di 65 anni con un reddito non superiore ai 6 mila euro all’anno o 8 mila, se hanno più di 65 anni. La tesserina blu è destinata anche a nuclei familiari con almeno un bambino con meno di 3 anni che abbiano anch’essi un reddito inferiore ai 6 mila euro all’anno. Ci sono una serie di altri requisiti che rendono quasi impossibile ottenere la carta, come spiega Raffaele Merlo del Caf della Uil: «La Social card è una porcheria. Solo fumo in faccia alla gente. Noi abbiamo ricevuto per fare il calcolo dell’Isee tanta gente che sperava di rientrarci, ma alla fine solo una trentina di persone ne avevano diritto. Questa mattina ho ricevuto due pensionati di più di 70 anni, che hanno un reddito di 7.500 euro. Non rientrano nei requisiti perché sono inquilini Itea. Ci sono una serie di cavilli che impediscono di ottenere la card. Innanzitutto è riservata solo ai cittadini italiani, ma poi basta avere un decimo di un box per perderne il diritto». Ferruccio Morandi, responsabile del Caf Cgil, rincara la dose: «Per aver diritto alla Social card bisogna proprio abitare sotto i ponti. Abbiamo inoltrato un centinaio di pratiche, ma in tutto il Trentino, alla fine i beneficiari saranno poco più di 300».
(17 dicembre 2008) Da :L'Espresso
Ciò avviene nel Trentino: Probabilmente in Sicilia, di "aventi diritto", ce ne saranno di più, per un semplice motivo: che i poveri veri o fasulli, qui non mancano.

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