In ogni roomanzo che si rispetti c'è sempre almeno un eroe. E l'eroe può essere positivo oppure negativo. Un po' come nella vita dei comuni mortali.
Il Romeo che da sempre conosciamo è "positivo" e per lui, come per la sua Giulietta, ancora ci commoviamo.
Ora c'è una novità: proprio in questi giorni, è entrato in scena un "Romeo-negativo".
Tale almeno sembra essere, secondo recenti notizie di stampa, un grosso imprenditore, ritenuto al centro dell'indagine su un comitato d'affari, che finora avrebbe gestito illegalmente grossi appalti pubblici, nel Comune di Napoli.
Arrestato e sottoposto ad un primo interrogatorio, l'imprenditore Alfredo Romeo, nega ogni addebito, come d'altronde stanno facendo due esponenti della giunta Iervolino, due ex assessori, intanto agli arresti domiciliari, e i parlamentari Italo Bocchino (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd), anch'essi coinvolti nelle indagini.
Come si vede - anche se è giusto tener presente che trattasi della prima fase d'un'indagine difficile e complessa, supportata finora soltanto da intercettazioni telefoniche - le vergogne emergenti sembrano tali da far credere che la vecchia tangentopoli non è ancora passata alla storia e non cessa d'infangare la nostra bell'Italia.
Dopo le vicende di Del Tuirco, che in Abruzzo nauseandoli ha allontanato dalle urne una buona metà di elettori; dopo i casi di Napoli e di Firenze, altri fatti infamanti stanno emergendo, per presunta corruzione, a Pescara ed in Basilicata, con nuovi "eroi-negativi", sotto le specie d'imprenditori, di amministratori locali e di politici di marca PD. E, da quel che appare, nasce la sensazione che sia tornata in piena regola la tecnica corruttrice dei tempi della prima repubblica. Con una sola differenza: che ai tempi della balena bianca e degli alleati socialisti, erano i politici a dettare le regole, mentre adesso ai nuovi politici tocca il sottomesso ruolo di vassalli, agli ordini - ovviamente graditi - degli imprenditori, che tengono in mano lo scettro di comando. Quindi, non solo vergogna, ma doppia vergogna.
Tuttavia, a ben riflettere, non dev'essere solo in periferia che il politico fa il lacchè alla lobby dei quattrini. Ed è forse per questo che monta l'indignazione della gente. Sdegno che oggi è stato raccolto in una nota dei presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, di fronte alla decisione del Governo di posticipare di 6 mesi l'entrata in vigore della class action.
"Questa legge, approvata durante la precedente legislatura - si legge nella nota - è stata prima rimandata dal Governo Berlusconi, con l'obiettivo di migliorarla; oggi, dopo che è stata peggiorata eliminando la retroattività, viene ulteriormente rinviata di altri 6 mesi. E' evidente che il Governo e la Confindustria vogliono rendere impossibile l'azione di risarcimento per i danni subiti dai cittadini nelle truffe Cirio, Parmalat, ecc, cercando di rimandare il più possibile l'attuazione della legge stessa. Ad essere danneggiati dall'atteggiamento del Governo sono i cittadini direttamente truffati e tutte le imprese che, nel mercato, operano nel pieno rispetto delle regole".
Ma se persino il governo è disposto a fare il vassallo, cosa di buono potrà mai sperare la gente comune?
Il Romeo che da sempre conosciamo è "positivo" e per lui, come per la sua Giulietta, ancora ci commoviamo.
Ora c'è una novità: proprio in questi giorni, è entrato in scena un "Romeo-negativo".
Tale almeno sembra essere, secondo recenti notizie di stampa, un grosso imprenditore, ritenuto al centro dell'indagine su un comitato d'affari, che finora avrebbe gestito illegalmente grossi appalti pubblici, nel Comune di Napoli.
Arrestato e sottoposto ad un primo interrogatorio, l'imprenditore Alfredo Romeo, nega ogni addebito, come d'altronde stanno facendo due esponenti della giunta Iervolino, due ex assessori, intanto agli arresti domiciliari, e i parlamentari Italo Bocchino (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd), anch'essi coinvolti nelle indagini.
Come si vede - anche se è giusto tener presente che trattasi della prima fase d'un'indagine difficile e complessa, supportata finora soltanto da intercettazioni telefoniche - le vergogne emergenti sembrano tali da far credere che la vecchia tangentopoli non è ancora passata alla storia e non cessa d'infangare la nostra bell'Italia.
Dopo le vicende di Del Tuirco, che in Abruzzo nauseandoli ha allontanato dalle urne una buona metà di elettori; dopo i casi di Napoli e di Firenze, altri fatti infamanti stanno emergendo, per presunta corruzione, a Pescara ed in Basilicata, con nuovi "eroi-negativi", sotto le specie d'imprenditori, di amministratori locali e di politici di marca PD. E, da quel che appare, nasce la sensazione che sia tornata in piena regola la tecnica corruttrice dei tempi della prima repubblica. Con una sola differenza: che ai tempi della balena bianca e degli alleati socialisti, erano i politici a dettare le regole, mentre adesso ai nuovi politici tocca il sottomesso ruolo di vassalli, agli ordini - ovviamente graditi - degli imprenditori, che tengono in mano lo scettro di comando. Quindi, non solo vergogna, ma doppia vergogna.
Tuttavia, a ben riflettere, non dev'essere solo in periferia che il politico fa il lacchè alla lobby dei quattrini. Ed è forse per questo che monta l'indignazione della gente. Sdegno che oggi è stato raccolto in una nota dei presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, di fronte alla decisione del Governo di posticipare di 6 mesi l'entrata in vigore della class action.
"Questa legge, approvata durante la precedente legislatura - si legge nella nota - è stata prima rimandata dal Governo Berlusconi, con l'obiettivo di migliorarla; oggi, dopo che è stata peggiorata eliminando la retroattività, viene ulteriormente rinviata di altri 6 mesi. E' evidente che il Governo e la Confindustria vogliono rendere impossibile l'azione di risarcimento per i danni subiti dai cittadini nelle truffe Cirio, Parmalat, ecc, cercando di rimandare il più possibile l'attuazione della legge stessa. Ad essere danneggiati dall'atteggiamento del Governo sono i cittadini direttamente truffati e tutte le imprese che, nel mercato, operano nel pieno rispetto delle regole".
Ma se persino il governo è disposto a fare il vassallo, cosa di buono potrà mai sperare la gente comune?
Francesco Cilona
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