Il vice sindaco dimissionario, Filippo Floramo, che in quel tormentato periodo di "vacanza" stava badando all'ordinaria amministrazione, di fronte al complicarsi della situazione , volendosi ancora evitare l'imposizione della Regione per la immediata convocazione del Consiglio, inviò all'assessore agli Enti Locali una lettera per informarlo che gli era stata notificata l'esistenza d'un ricorso al Tar contro la decisione del Coreco e la stessa intimazione di Ordile. Poichè tale notifica - a suo giudizio - costituiva un fatto nuovo, il vice sindaco riteneva opportuno e necessario informarsi presso lo stesso assessorato come comportarsi. Mentre Floramo restava in attesa d'istruzioni, ovviamente veniva scavalcato il termine di cinque giorni perentoriamente imposto per la convocazione del Consiglio. Come avrebbe reagito la Regione, all'evidente escamotage architettato per prendere tempo?
Ce lo dice il Giornale di Sicilia, la mattina dell'11 dicembre,informandoci che "a sorpresa, ieri, è arrivato al Comune il commissario Onofrio Zaccone, che ha subito disposto la convocazione d'urgenza del Consiglio Comunale". La seduta fu puntata per il giorno 13 dello stesso mese, festività di Santa Lucia.
Dal giorno dei defunti, quando era andata buca la riunione contestata, a quello di Santa Lucia, data della nuova convocazione, c'erano di mezzo ben quarantuno giorni, tutti a discapito della città di Barcellona Pozzo di Gotto.
La repentina risposta di Ordile, tagliando la testa al toro, rimetteva intanto in carreggiata Roberto Molino e gli restituiva la chance di accedere alla carica di sindaco per affrontare una situazione, che si prospettava non facile a gestirsi e neppure di lunga durata, visto che le elezioni comunali erano ormai vicine. Infatti erano previste per la prossima primavera.
Francesco Cilona
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