Sembra trascorso un secolo dalla sconvolgente data del 22.11.11, quando quasi l'intera Barcellona venne invasa dal fango e dai detriti che il Longano, l'Idria e gli altri secondari corsi d'acqua strapparono alle sovrastanti colline.
Nonostante il collasso determinato dallo scioccante evento, nonostante tutta l'adrenalina prodotta nella solidale fase successiva, nonostante i generosi proponimenti giovanili conditi d'orgoglio cittadino, adesso tutto sembra essersi fermato per sedimentarsi in un'apparente normalità.
Ed è questo il peggiore rischio che la città sta correndo, il pericolo che pian piano possiamo assuefarci al peggio che inesorabilmente condiziona Barcellona e del quale invece ci si dovrebbe rendere conto, per proteggere la città da un possibile analogo agguato della Natura prima violentata e ora trascurata..
In questi giorni, abbiamo notato giovani che - responsabilmente - si sono impegnati per tenere viva l'attenzione sulle esigenze d'interventi istituzionali atti a riparare i danni subiti il 22 novembre.
Nello stesso tempo altri giovani e meno giovani stanno indirizzando il loro interesse nella ricerca di confronti e di escamotages politici, preparatori alle elezioni amministrative della prossima primavera.
Le manovre s'intrecciano e s'incrementano, con l'inevitabile necessità di trovare alleanze possibilmente vincenti. Si briga quindi per la creazione di formule, senza tuttavia tenere conto di quanto esoso, per un eventuale vincitore, sarà l'impegno di governare questa città.
Senza dubbio sanno che la situazione è insopportabile, ma neppure ne parlano.
E il perché non lo sanno.
E il perché non lo sanno.
Cosicché, ciò che dovrebbe essere prioritario, passa in secondo piano.
2 commenti:
mi sa proprio che mai come stavolta hai centrato il target....
Città abbandonata e trascurata a se stessa
Barcellona. «Una città abbandonata a se stessa».È indispensabile reagire se vogliamo arrestare il declino che inesorabile si profila all'orizzonte, continuando così. Visto che l'amministrazione comunale è latitante. Non ci possiamo permettere di perdere tempo. Ne va della vita delle nostre imprese e dell'economia della città. Chi è disponibile a lavorare in positivo faccia un passo avanti la trascuratezza appare ben presto, mano mano che ci si allontana dal centro, come se chi dovrebbe raccogliere i rifiuti, ci mettesse via via meno impegno. Ragione per cui ci si avvia in un circolo chiuso dove lo sporco attira altro sporco e la trascuratezza nuova trascuratezza. Per non parlare poi delle periferie, che intere strade sono abbandonate all' incuria, che panchine, lampioni e altri arredi una volta vandalizzati tali restino per mesi o anni, che carcasse di auto, giacciano in strada all' infinito. E nessuno provvede, nessuno sgombera, perché «tanto non serve a niente» o anche perché non è chiaro a chi competa intervenire. E’ questo comportamento la dimostrazione più evidente di come non amano questa città ma operano solo per sfruttarla.
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