Sono padre e anche nonno e, se al cinema o in tv - anche in una fiction di secondo ordine - mi capita d'assistere ad una scena, in cui il padre abbraccia il figlio, mi commuovo.
E' una reazione istintiva, più forte di me.
Sarà stato per questo mio incontrollabile moto dell'anima che mi sono immedesimato leggendo la lettera di Emilio Isgrò al sindaco Candeloro Nania, oggi in parte riportata dalla stampa.
Lo scritto m'ha colpito nel tratto in cui l'artista barcellonese, rivolgendosi al primo cittadino medico, ha vergato questi due interrogativi:
"Lei - che è pediatra, e per ciò stesso avvezzo ai sentimenti più teneri della vita - può davvero pensare che un artista difenda il proprio lavoro per un puro capriccio? O non è come proteggere la vita di un figlio?"
Sono state parole talmente pressanti che m'hanno stretto il cuore in una morsa.
E per un attimo ho dovuto cessare di leggere, vinto dai lucciconi.
Asciugati gli occhi, ho notato che l'Artista non s'era fermato alla seconda domanda.
Il suo questionario, stavolta rivolto più al primo cittadino che al pediatra, continuava così:
" Glielo dico con tutto il cuore, signor Sindaco: io ho realizzato quell'opera con amore di cittadino. Perché distruggerne il vero significato? Cosa diremo un giorno a coloro che la vedranno nelle cartoline e nei libri e mai più la ritroveranno al suo posto? Vuole essere ricordato come il Sindaco di una città che non esita a estirpare un simbolo dal significato fin troppo chiaro, ormai ampiamente riconosciuto in Italia e fuori d'Italia?"
A questo punto, il cuore s'è messo da parte per dare adito al cervello di reagire.
Ed il cervello istintivamente m'ha fatto ridere.
E' una reazione istintiva, più forte di me.
Sarà stato per questo mio incontrollabile moto dell'anima che mi sono immedesimato leggendo la lettera di Emilio Isgrò al sindaco Candeloro Nania, oggi in parte riportata dalla stampa.
Lo scritto m'ha colpito nel tratto in cui l'artista barcellonese, rivolgendosi al primo cittadino medico, ha vergato questi due interrogativi:
"Lei - che è pediatra, e per ciò stesso avvezzo ai sentimenti più teneri della vita - può davvero pensare che un artista difenda il proprio lavoro per un puro capriccio? O non è come proteggere la vita di un figlio?"
Sono state parole talmente pressanti che m'hanno stretto il cuore in una morsa.
E per un attimo ho dovuto cessare di leggere, vinto dai lucciconi.
Asciugati gli occhi, ho notato che l'Artista non s'era fermato alla seconda domanda.
Il suo questionario, stavolta rivolto più al primo cittadino che al pediatra, continuava così:
" Glielo dico con tutto il cuore, signor Sindaco: io ho realizzato quell'opera con amore di cittadino. Perché distruggerne il vero significato? Cosa diremo un giorno a coloro che la vedranno nelle cartoline e nei libri e mai più la ritroveranno al suo posto? Vuole essere ricordato come il Sindaco di una città che non esita a estirpare un simbolo dal significato fin troppo chiaro, ormai ampiamente riconosciuto in Italia e fuori d'Italia?"
A questo punto, il cuore s'è messo da parte per dare adito al cervello di reagire.
Ed il cervello istintivamente m'ha fatto ridere.
4 commenti:
Nino Abbate
Carisso Professore Francesco. Metto alla Sua attenzione questa lettera in modo che sia pubblicata e portata a conoscenza di tutte le persone che amano l'arte, la loro terra e le loro origini e difendono principalmente gli ideali delle persone che lottano per migliorare la società col sacrificio anche della loro vita, non si può negare ad una persona e tantomeno ad un artista di rispettare le sue idee la nostra città e i concetti di un'opera darte creata come simbolo di libertà e di rinascita di un luogo in questo caso la nostra Città di Barcellona P.G.
Come cittadino, artista e fondatore del Museo Epicentro mi associo all'artista Emilio Isgrò per difendere la libertà creativa degli artisti e il rispetto del proprio volere.
Nino Abbate
Salviamo il Seme d'Arancia
Cari Amici,
Nel 1998 l'artista Emilio Isgrò donò a Barcellona Pozzo di Gotto, la sua città natale, l'opera "Seme d'arancia", simbolo di rinascita e di riscatto di un'intera comunità. Isgrò volle collocare il gigantesco Seme di fronte alla Vecchia Stazione ferroviaria per ricordare i treni che un tempo partivano da Barcellona carichi di agrumi e di essenze, rendendo dinamico e fiorente il settore agrumicolo.
In questi giorni, nell'ambito dei lavori di riqualificazione dell'area, l'Amministrazione comunale sta procedendo allo smantellamento del Seme (sono già stati rimossi con le ruspe il giardinetto d’aranci e la base con la scritta del peso in grammi, parte integrante dell'opera concettuale pensata da Isgrò), che dovrebbe essere collocato in un'area attigua, all'interno del nascituro parco urbano, ritenuto dagli amministratori una collocazione «più dignitosa».
Ciò è avvenuto senza il consenso, anzi contro la volontà dell'artista, che aveva immaginato il Seme come parte integrante di in un luogo-simbolo, la vecchia e degradata stazione ferroviaria, a valle dell'arteria principale della città, in modo che fosse fruibile quotidianamente dalla collettività.
Difendiamo il Seme, il suo immaginario e la libertà creativa dell'artista. Inviamo al Comune di Barcellona Pozzo di Gotto un messaggio o una email (gabinetto@comune.barcellona-pozzo-di-gotto.me.it ) , chiedendo all'Amministrazione di recedere dal suo proposito e di ripristinare il Seme nella sua collocazione originaria con la collaborazione del Museo Riso di Palermo che ha già manifestato interesse a restaurarlo e valorizzarlo.
Sono certo che lo schieramento di artisti, barcellonesi e forestieri, non tarderà a fare convergere i propri mails a Palazzo Longano, seguendo l'incitamento di Nino Abbate, che in questo campo primeggia col suo "Epicentro" e le sue iniziative ad esso correlate.
Ciao Francesco,
Franco Giunta ha commentato il tuo link.
Franco ha scritto: "Il vero artista prova sempre un sentimento di "paternità" per le sue "creature", difficilmente comprensibile ai più...i quali vedono nell'opera d'arte solo quello che si vede con gli occhi!! L'artista, al contrario, guarderà sempre la sua creatura con gli occhi di quel cuore, da cui l'opera è stata partorita. Tali occhi sono di gran lunga più lungimiranti ..come dimostrano quelli di ogni padre che "guarda" il proprio figlio. Il genitore che ha generato la creatura scorge e vede in essa "cose" che nessun'altro riuscirebbe. Perciò,anch’io come genitore e come praticante d’arte non posso che solidarizzare con quel cuore di …”padre” da cui è stato generato il nostro “Seme d'Arancia” e ritengo veramente umiliante per un artista, che come un padre ama e custodisce i suoi figli, essere accusato di svendere o barattare una sua creatura con delle... basse, quanto patetiche, interessate ed effimere motivazioni politiche. La politica è ..politica! L’arte è un’altra cosa! La politica cambia.. i sindaci pure, ma i ..FIGLI.. sono sempre i nostri figli... e i FIGLI..so' pezzi 'e core...!!! (Mi perdoni Emilio Isgrò, ma non è assolutamente nelle intenzione di chi scrive, giudicare o ridurre il suo “Seme d’Arancia” importante solo perchè… sua creatura. La sua arte và sicuramente ben oltre questi significati.. ma come il dottor F.Cilona..anche il sottoscritto è stato toccato da questo delicato, sensibile , ma trascurato aspetto...e che cordialmente ringrazio per avermi dato l'opportunità di sottolineare)"
A PROPOSITO DELLO SHOW ATTORNO AL SEME D'ARANCIA
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Carissimo Cilona,
seguo con attenzione la vicenda del “Seme d’Arancia” fin dall’inizio, cioè fin da quando è stato impiantato in quel luogo dove ancora si trova, ma giunto a questo punto mi piace puntualizzare ancora qualcosa, nonostante l’abbia già in parte fatto su questo stesso “Blog”.
Mi rendo conto che diverse persone sconoscono il perché e come è nata l’opera di Emilio Isgrò, ma c’è di peggio: molti tra coloro che sanno credo abbiano dimenticato il perché e come l’opera è nata.
Capisco che non tutti leggono i giornali come capisco anche che molti dimenticano quel che leggono o che hanno letto. Se così non fosse costoro dovrebbero sapere che esiste l’ammirevole progetto originale di un giardino a centro del quale doveva essere installato il “Seme”, a suo tempo pubblicato, progetto non realizzato per vari motivi, di cui nessuno ne parla, e non capisco perché lo stesso Isgrò non l’abbia ancora tirato fuori.
Credo sinceramente che ciascuno dovrebbe rinunciare al proprio show o intervento occasionale e rimanere in disparte come è rimasto quando il Seme d’Arancia è apparso imbrattato con delle scritte colorate mentre il sottoscritto ne denunciava lo scempio sulle pagine del periodico “Comunità”; dovremmo tutti rimanere in silenzio e attendere che l’artista Emilio Isgrò concluda il suo confronto con l’Amministrazione Comunale. Dovremmo, e credo sia il caso, chiedere (ed il sottoscritto lo ha chiesto da questo stesso blog) agli amministratori della città cosa centra il giardino zen, di cui si sente parlare, con il Seme d’Arancia e per quale motivo si è interpellato un artista giapponese per operare attorno allo stesso Seme???
Con tutto il rispetto dovuto al collega giapponese, mi chiedo cosa centra la cultura giapponese con la storia degli agrumai barcellonesi???
Torno a chiedere: ma chi è il luminare di una tale aberrante idea e da quale commissione di intenditori è stata esaminata???
In conclusione: si vuole operare in questa città con la dovuta serietà nel rispetto soprattutto dei nostri figli e nipoti che nolente o volente ci giudicheranno???
(Giuseppe Messina)
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