Vi ricordate di quella signora di Milazzo, che a causa dell'inquinamento atmosferico, era costretta ad isolarsi in casa e a nutrirsi di patate e riso, perchè sia l'aria, sia il cibo la danneggiavano talmente da rischiare la morte se non sottostava ad una rigida protezione e limitazione?
Cliccate qui, per rinfrescare la memoria:La storia di Maria, segregata in casa per non morire
Adesso vi dico che cosa ha dovuto fare questa sfortunata signora per migliorare le sue condizioni di salute. Intanto, come già aveva sperato di potere fare, s'è allontanata - anche se con grande dispiacere e sacrificio - dalla propria città - Milazzo - per andare a risiedere in un luogo dall'aria salubre. E, poichè, ciò non poteva essere sufficiente a farla ristabilire ha dovuto cercare cure fuori d'Italia.
Sentite come:
"Sembrava non ci fosse nulla da fare per lei e invece, dall’America, arriva il colpo di scena: un italo-americano si fa mandare le cartelle cliniche, si fa il giro delle sette cliniche e trova la soluzione.
Adesso Maria Pino è quasi guarita: curata negli Stati uniti in una clinica specializzata in agenti inquinanti, può ora condurre un vita abbastanza normale.
Ma non può più tornare a Milazzo: se la signora è guarita, infatti, la città sta ancora messa male e Maria Pino non si può permettere di tornare a respirare l’aria pesante di Milazzo".
1 commento:
La cattiva politica, milazzese soprattutto, ha esiliato Maria Pino,con gravi danni morali materiali e alla salute.Non penso che il caso di Maria Pino sia isolato.Sarebbe il caso di avviare una class action contro l'industria dei veleni e la pubblica amministrazione,soprattutto per correggere quella situazione di estrema insalubrità.Questo blog,e non solo lui, da tempo si batte contro l'inquinamento di quell'area,che lambisce anche la nostra città.Ma i risultati sono scarsi o nulli.I grossi interessi economici con l'alibi della disoccupazione la vincono sulla politica del bene comune e della salute pubblica.Sarebbe bene incominciare a fare dei bilanci fra la linea orizzontale(materiale) e quella verticale(spirituale) dell'assolo di Battiato.Si vedrebbe che i costi superano di molto i presunti benefici di quell'industrializzazione senza regole.Ma chi li fa? L'Arpa regionale,su pressione del comune? Mah ...boh...chi lo sa? Ci vorrebbe ,forse,un prete buono come don Gnocchi,beatificato domenica scorsa.Per rompere questo muro di materialità e ''restaurare la persona umana'',attraversata da un disastroso conflitto politico insano improduttivo.Senza questo restauro non ci sarà pace giustizia bene comune.E questo risultato sarebbe più della libertà e della democrazia.Esso va al cuore del cuore dell'essere umano.Santo don Gnocchi che ti sei inerpicato in cima alla linea verticale aiutaci a intraprenderne il cammino.
Franz
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