C'è stato un vero diluvio di cinque in condotta, in molte scuole d'Italia.
Soprattuto in quelle della Sicilia e del Mezzogiorno.
Tra gli studenti delle scuole superiori si sono distinti particolarmente quelli del Professionale di Stato, dove praticamente "trovano spesso parcheggio" i giovani dai sedici ai 19/20 anni, che non si sentono "tagliati" per i licei o per le altre scuole tecnico-industriali.
Spesso, in questi istituti, si registra il massimo dell'evasione scolastica e il maggior numero in percentuale delle assenze.
Da ciò una maggiore difficoltà all'adesione dei singoli ai programmi, con conseguenti distorsioni comportamentali.
Comunque, il nubifragio di 5 in condotta - a mio modesto parere - è stato ultraesagerato e non potrà mai essere imputato soltanto alla responsabiltà degli studenti.
Perchè se così fosse si dovrebbe ammettere che il bullismo non solo colpisce tutte le scuole d'Italia - dove più, dove meno, s'intende - ma è un fenomeno che pervade la nostra società in tutti i settori. Ed è davvero da miopi, vedere ridotta la nostra Italia in uno stato così miserando.
E' evidentte allora che l'arma del cinque in condotta è stata - in questo suo utilizzo propedeutico - usata in maniera abnorme, come un mezzo di reprimenda coercitiva che non è certamente degno per chi si sente di essere educatore.
Un mezzo indegno per chi realmente sa insegnare e sa mantenere la disciplina, fidando soprattutto sulla propria autorevolezza e non su un autoritarismo che maldestramente viene sollecitato da un ministro che non so fino a che punto è capace di valutare la missione della scuola.
Francesco Cilona
Soprattuto in quelle della Sicilia e del Mezzogiorno.
Tra gli studenti delle scuole superiori si sono distinti particolarmente quelli del Professionale di Stato, dove praticamente "trovano spesso parcheggio" i giovani dai sedici ai 19/20 anni, che non si sentono "tagliati" per i licei o per le altre scuole tecnico-industriali.
Spesso, in questi istituti, si registra il massimo dell'evasione scolastica e il maggior numero in percentuale delle assenze.
Da ciò una maggiore difficoltà all'adesione dei singoli ai programmi, con conseguenti distorsioni comportamentali.
Comunque, il nubifragio di 5 in condotta - a mio modesto parere - è stato ultraesagerato e non potrà mai essere imputato soltanto alla responsabiltà degli studenti.
Perchè se così fosse si dovrebbe ammettere che il bullismo non solo colpisce tutte le scuole d'Italia - dove più, dove meno, s'intende - ma è un fenomeno che pervade la nostra società in tutti i settori. Ed è davvero da miopi, vedere ridotta la nostra Italia in uno stato così miserando.
E' evidentte allora che l'arma del cinque in condotta è stata - in questo suo utilizzo propedeutico - usata in maniera abnorme, come un mezzo di reprimenda coercitiva che non è certamente degno per chi si sente di essere educatore.
Un mezzo indegno per chi realmente sa insegnare e sa mantenere la disciplina, fidando soprattutto sulla propria autorevolezza e non su un autoritarismo che maldestramente viene sollecitato da un ministro che non so fino a che punto è capace di valutare la missione della scuola.
Francesco Cilona
1 commento:
ovvero la yes-woman.....
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