E quel poco che concede, non sempre e non per tutti, riesce ad essere tranquillo, a causa di altri fattori - chiamiamoli complementari - che , a secondo l'ambiente in cui si vive, vi si accavallano.
Escludo, perché non ne posso fare a meno, il rompimento di scatole dell'assillante verso delle streptotelie turtur, le ormai numerose tortore che, da qualche anno a questa parte, hanno invaso il verde cittadino..
Non riesco però a smettere di lamentarmi del gran latrare di cani che irrompe nel buio della notte: e non solo di quelli da cortile, ma anche e soprattutto della moltitudine di poveri ex randagi relegati in un canile, improvvisato diversi anni fa nell'ambito dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di via Madia e ancora ubicato là, nonostante la sua origine provvisoria.
Quello della necessità di un canile pubblico per randagi è un problema che nel decennio delle passate amministrazioni comunali è stato ripetutamente agitato, ma mai affrontato per una logica soluzione.
Resta pertanto un bel carico da 11 affidato alla nuova amministrazione, da giocarsi con la speranza che non venga bruciato dal solito due di briscola.
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