Mentre la città rimane ancora colpita dagli effetti deleteri dell'alluvione, resi ancora più pesanti dallo scarica barile tra Stato e Regione di fronte alle richieste d'intervento per l'avvio della ripresa nel territorio devastato, già fa le sue prime apparizioni la politica delle manovre in vista delle elezioni amministrative.
Fanno intanto capolino le prime figure che - almeno per parte loro - si ritengono papabili a rappresentare Barcellona nella qualità di primo cittadino, e si vocifera addirittura che gli amici dei Nania si stiano movendo "sotto traccia" per la individuazione di decine di nominativi da utilizzare nella composizione delle molteplici listarelle da fare ruotare attorno all'astro PDL, che pare non brilli più della stessa luce di prima.
Non sto qui ad arzigogolare sull'identità dei personaggi in bilico, nè sul profilo di chi sta cercando di fare emergere l'esistenza di un polo che dovrebbe finalmente dargli la soddisfazione di occupare la massima poltrona a Palazzo Longano.
A me, qui, importerebbe invece sapere se, tra quanti si stanno indaffarando per le prossime elezioni, ci sia una solo tizio che si stia rendendo conto della natura e della pesantezza dell'impegno che l'eccezionale situazione cittadina gli comporterà, dal primo attimo dell'assunzione del ruolo di sindaco.
Non sto qui ad arzigogolare sull'identità dei personaggi in bilico, nè sul profilo di chi sta cercando di fare emergere l'esistenza di un polo che dovrebbe finalmente dargli la soddisfazione di occupare la massima poltrona a Palazzo Longano.
A me, qui, importerebbe invece sapere se, tra quanti si stanno indaffarando per le prossime elezioni, ci sia una solo tizio che si stia rendendo conto della natura e della pesantezza dell'impegno che l'eccezionale situazione cittadina gli comporterà, dal primo attimo dell'assunzione del ruolo di sindaco.
Nel caso in cui ovviamente riuscisse a raggiungere l'agognato obiettivo.
Questo sto dicendo, alla luce di quanto ci fa constatare la difficoltà di ottenere i mezzi necessari per ridare tranquillità alla città, liberandola dai laccioli di sempre, aggravati dall'incubo di disastrosi eventi.
Ieri, a Saponara, il Comune gemello in sventura a Barcellona, in una palestra si sono radunate oltre cinquecento persone, direttamente o indirettamente colpite dal disastroso evento del 22 novembre e per questo non più disposte a tollerare il comportamento ibernato dei due governi, nazionale e regionale.
Dopo lo scarica barile dei giorni scorsi sull'emanazione dell'attesa ordinanza di protezione civile, ormai la gente si rende conto che per ottenere le risorse necessarie per la ricostruzione non bastano più le "suppliche", ma bisogna ricorrere alla protesta, e che sia una protesta manifestata in maniera compatta sotto le sedi governative di Roma e di Palermo.
Il sindaco di Saponara, Nicola Venuto - scrive sulla Gazzetta del Sud Tonino Battaglia - è sul piede di guerra dopo il botta e risposta tra il sottosegretario all'economia Gianfranco Polillo e il capo della protezione civile regionale Pietro Lo Monaco (fresco di riconferma), protagonisti del balletto di responsabilità per la mancata emissione, da parte del governo del premier Mario Monti, dell'ordinanza di protezione civile a favore dei 21 comuni colpiti dall'alluvione dello scorso 22 novembre".
Un sindaco, quindi, disastrato e tuttavia costretto a lottare per fare sentire il richiamo del dissesto a coloro che, pur avendo il dovere d'intervenire, nicchiano di fronte all'evidenza dei fatti.
Questo sto dicendo, alla luce di quanto ci fa constatare la difficoltà di ottenere i mezzi necessari per ridare tranquillità alla città, liberandola dai laccioli di sempre, aggravati dall'incubo di disastrosi eventi.
Ieri, a Saponara, il Comune gemello in sventura a Barcellona, in una palestra si sono radunate oltre cinquecento persone, direttamente o indirettamente colpite dal disastroso evento del 22 novembre e per questo non più disposte a tollerare il comportamento ibernato dei due governi, nazionale e regionale.
Dopo lo scarica barile dei giorni scorsi sull'emanazione dell'attesa ordinanza di protezione civile, ormai la gente si rende conto che per ottenere le risorse necessarie per la ricostruzione non bastano più le "suppliche", ma bisogna ricorrere alla protesta, e che sia una protesta manifestata in maniera compatta sotto le sedi governative di Roma e di Palermo.
Il sindaco di Saponara, Nicola Venuto - scrive sulla Gazzetta del Sud Tonino Battaglia - è sul piede di guerra dopo il botta e risposta tra il sottosegretario all'economia Gianfranco Polillo e il capo della protezione civile regionale Pietro Lo Monaco (fresco di riconferma), protagonisti del balletto di responsabilità per la mancata emissione, da parte del governo del premier Mario Monti, dell'ordinanza di protezione civile a favore dei 21 comuni colpiti dall'alluvione dello scorso 22 novembre".
Un sindaco, quindi, disastrato e tuttavia costretto a lottare per fare sentire il richiamo del dissesto a coloro che, pur avendo il dovere d'intervenire, nicchiano di fronte all'evidenza dei fatti.
E qui ti voglio, aspirante alla candidatura di primo cittadino a Barcellona, qui: di fronte alla sentita necessità di assumere, consapevole del rischio, un impegno tenace, fino alla caparbietà, contro tutte le ipocrisie di chi, nel promettere aiuto alla città, ha già in mente di archiviarlo.
1 commento:
Ciascuno di noi deve usare il proprio voto in modo saggio e ponderato, per far sì che la nostra città di Barcellona, sia governata da persone oneste e competenti, per il bene di tutti, specialmente le persone più povere e vulnerabili
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