Gestione in house o out house?
Questo è il dilemma, che nasce adesso per la gestione del servizio idrico, dopo che i risultati dei recenti referendum hanno detto "no" alla speculazione privata in questo importante settore, vitale per i cittadini.
A Palazzo Longano, ieri, in seguito ad iniziativa del sindaco di Barcellona, si è cercato di gettare i primi semi per lo sviluppo dell'impellente argomento che riguarda il futuro della distribuzione idrica nel barcelllonese e dintorni.
Sulla falsariga delle convocazioni effettuate per l'ATO rifiuti, Candeloro Nania aveva provveduto ad invitare i sindaci del comprensorio per un primo approccio sulla linea d'adottare per l'efficienza del servizio idrico.
Dei 13 convocati, si sono presentati soltanto i soliti 5 noti: quattro sindaci (compreso il convocante) e un assessore.
Gli altri hanno preferito starsene lontani, probabilmente un po' come facevano ai tempi delle convocazioni per i rifiuti.
Puntuali invece e molto interessati al problema sono stati i rappresentanti del Forum provinciale per l'acqua, Anna Spanò ed Egidio Maio, che ascoltati preliminarmente alla riunione degli amministratori comunali, hanno manifestato una loro idea precisa per ciò che bisognerebbe fare in questo campo, ora che i cittadini hanno detto chiaramente no alle gestioni private.
E tale idea è - a quanto s'è potuto apprendere . equidistante dai due estremi: cioè dal servizio privato speculativo e dalla gestione in house (cioè interamente in mano all'ente pubblico), entrambi ritenuti non favorevoli alle esigenze dell'utente.
«In entrambi i casi – hanno detto Spanò e Maio – si tradirebbe la volontà di quei cittadini, anche della nostra provincia, che con il voto referendario hanno chiaramente detto no alla possibilità di fare profitti con la gestione dei servizi idrici». Il Forum indica una strada percorribile senza tradire il voto referendario; quella che conduce alla costituzione di una società consortile. "A differenza delle società per azioni e a responsabilità limitata - hanno detto - le società consortili non hanno finalità lucrative, ma la valorizzazione della gestione e della manutenzione dei servizi idrici».
Questo è il dilemma, che nasce adesso per la gestione del servizio idrico, dopo che i risultati dei recenti referendum hanno detto "no" alla speculazione privata in questo importante settore, vitale per i cittadini.
A Palazzo Longano, ieri, in seguito ad iniziativa del sindaco di Barcellona, si è cercato di gettare i primi semi per lo sviluppo dell'impellente argomento che riguarda il futuro della distribuzione idrica nel barcelllonese e dintorni.
Sulla falsariga delle convocazioni effettuate per l'ATO rifiuti, Candeloro Nania aveva provveduto ad invitare i sindaci del comprensorio per un primo approccio sulla linea d'adottare per l'efficienza del servizio idrico.
Dei 13 convocati, si sono presentati soltanto i soliti 5 noti: quattro sindaci (compreso il convocante) e un assessore.
Gli altri hanno preferito starsene lontani, probabilmente un po' come facevano ai tempi delle convocazioni per i rifiuti.
Puntuali invece e molto interessati al problema sono stati i rappresentanti del Forum provinciale per l'acqua, Anna Spanò ed Egidio Maio, che ascoltati preliminarmente alla riunione degli amministratori comunali, hanno manifestato una loro idea precisa per ciò che bisognerebbe fare in questo campo, ora che i cittadini hanno detto chiaramente no alle gestioni private.
E tale idea è - a quanto s'è potuto apprendere . equidistante dai due estremi: cioè dal servizio privato speculativo e dalla gestione in house (cioè interamente in mano all'ente pubblico), entrambi ritenuti non favorevoli alle esigenze dell'utente.
«In entrambi i casi – hanno detto Spanò e Maio – si tradirebbe la volontà di quei cittadini, anche della nostra provincia, che con il voto referendario hanno chiaramente detto no alla possibilità di fare profitti con la gestione dei servizi idrici». Il Forum indica una strada percorribile senza tradire il voto referendario; quella che conduce alla costituzione di una società consortile. "A differenza delle società per azioni e a responsabilità limitata - hanno detto - le società consortili non hanno finalità lucrative, ma la valorizzazione della gestione e della manutenzione dei servizi idrici».
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