Stabili dell'Ipab in stato di abbandono
Si torna a parlare dell'Ipab di Barcellona, la fondazione nata dalle donazioni delle famiglie Bonomo, Munafò, Nicolaci, Perdichizzi, Picardi.
Un argomento di cui, in questo blog, si è detto tanto, seguendo soprattutto le vicende degli ultimi anni, rese particolarmente attenzionabili dallo stato di negletto abbandono in cui il patrimonio soprattutto immobiliare veniva lasciato, a causa dell'’insuccesso di due presidenze del Consiglio d’amministrazione e la perdita di tempo per la costituzione del nuovo Cda, con conseguenti commissariamenti, risultati non meno efficienti dei riferiti C.d.A.
Dopo tante peripezie, solo da poco e dietro spinta d'una forte partecipazione dei cittadini ad una manifestazione di protesta, finalmente, l'arrugginita macchina dell'Ipab di Barcellona, è stata sbloccata, dando vita ad un rinnovato consiglio d'Amministrazione, che risulta composto dal vice prefetto Lucia Iannuzzi, in rappresentanza della Prefettura di Messina, dall’avv. Guglielmo D’Anna, designato dal presidente del Tribunale, dal notaio Felice Spinella, indicato dal sindaco di Barcellona, dal direttore dei Salesiani don Santino Raia, indicato dall’arcivescovo La piana, e dal capo gabinetto dell’Assessorato Regionale alle Politiche socilaili, dott. Gianni Silvia.
Adesso - dicevo inizialmente - si riparla dell'Ipab, non per evidenziare lo stato in cui ancora restano bloccati tutti i beni che - per le traversie e le negligenze del passato - hanno subìto un crescente degrado, ma per riferire dell'esistenza d'un intervento deciso della Magistratura, intenzionata a fare chiarezza su eventuali rsponsabilità penali a carico di chi, in passato, aveva avuto incarichi gestionali e di controllo.
Staremo a vedere: intanto clicchiamo qui per ulteriori informazioni
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