foto: IL MINISTRO ROMANI ... LO STABILIMENTO FIAT DI TERMINI IMERESE
SIGLATO A ROMA IL PROTOCOLLO DI RILANCIO CHE PREVEDE ENTRO L'ANNO
2012 IL REIMPIEGO DEI DIPENDENTI E L'AUMENTO DEI POSTI DI LAVORO
Sembra superata la gravissima crisi paventata a Termini Imerese, per la chiusura alla fine dell'anno dello stabilimento Fiat.
A dare ossigeno alle speranze economiche della comunità termitana, è stato varato il programma di rilancio dello stabilimento a rischio, con la firma di un accordo secondo cui, entro il 2012, tutti i lavoratori della Fiat vengano reimpiegati e in tre anni si creino 3.300 posti di lavoro complessivi. Hanno firmato l'intesa il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, l'assessore all'Industria della Regione Marco Venturi, il presidente della Provincia di Palermo Giovanni Avanti, il sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato, assieme ai rappresentanti di Fiat e Invitalia.
«L'accordo - ha spiegato il ministro Romani - prevede che entro il 2012 tutti i lavoratori della Fiat siano reimpiegati e in tre anni si creino 3.300 posti di lavoro complessivi». Intanto, nella fase di passaggio, si ricorrerà agli ammortizzatori sociali: si farà in modo che tale fase d'attesa possa durare il più breve tempo possibile.
Per il Governo nazionale e quelllo regionale si tratta di un «accordo straordinario che è stato illustrato ai sindacati due giorni fa e con cui si apre una fase nuova per Termini Imerese».
Le aziende che si impegneranno per il rilancio del polo saranno sette: quelle entrate nella short list, di cui due direttamente impegnate nel settore automotive, la Rossignolo e la Rev.
Il ministro non ha però escluso che in una seconda fase, qualora si aprano le possibilità, possano anche subentrare altre aziende la cui offerta è arrivata «fuori tempo massimo» rispetto alla chiusura della short list.
Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha manifestato consenso per un protocollo che prevede un grosso investimento, 350 milioni, in cui il governo centrale dovrà fare la propria parte, «anche se più piccola della nostra - ha detto - e poi passeremo ad esaminare in maniera più stringente i piani industriali dei vari gruppi che vogliono venire in modo da realizzare l’ipotesi per incrementare l’occupazione, diversificando rispetto alla sola automobile, che deve restare, ma guardando anche ad altro» .
«Nessun ottimismo o pessimismo da parte mia» ha aggiunto don Raffaele «Siamo comunque sulla buona strada, ci stiamo lavorando da almeno un anno...»
mercoledì 16 febbraio 2011
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