Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello! – Dante Alighieri – Purgatorio – Canto VI ...
Ieri sera, su Rai 2, nel corso del programma Voyager condotto da Roberto Giacobbo, s'è parlato del sismologo autodidatta faentino che la fantasia popolare definì "l'uomo dei terremoti".
Chi era costui?
Per tanti giovani e meno giovani di queste uiltime generazioni, probabilmente, potrebbe essere il solito "Carneade". Eppure, il progresso tecnico odierno non è difficile che, quanto prima, glielo faccia conoscere, come il "solito italiano incompreso e maltrattato" che ha precorso i tempi con le sue intuizioni scientifiche.
"L'uomo dei terremoti" si chiamava Raffaele Bendandi.
Nato a Faenza il 17 ottobre del 1893 da una famiglia di modeste condizioni economiche, potè frequentare la scuola soltanto fino alla quinta elementare. In seguito acquisì la specializzazione in disegno tecnico attraverso un corso. Nel frattempo imparò il mestiere del padre, d'intagliatore,
per realizzare giocattoli e ornamenti sacramentali in legno.
La sua spiccata abilità e la precisione nel lavoro gli diedero la possibilità di fare esperienza da un orologiaio nella riparazione di oggetti meccanici di precisione.
Contemporaneamente, le nozioni di astronomia acquisite e il mistero dei terremoti, che già annotava fra le pagine dei quaderni di scuola, lo attrassero a tal punto da tenere libri di fisica e astronomia fra gli attrezzi da falegname e da studiarli in ogni momento libero.
Questo giovane autodidatta di Faenza, all'inizio del secolo scorso, all'età di 15 anni - era nato nel 1893 - profondamente colpito dalla notizia della tremenda catastrofe sismica del 1908 che distrusse le città di Messina e Reggio Calabria, si mise in testa di fare qualcosa per capire come possono avvenire certi fenomeni distruttivi e se fosse possibile prevederli.
"Nel 1917 , durante il servizio militare, da autodidatta si mise ad osservare il fenomeno della marea e, avviando ricerche, lo pose alla base delle sue indagini. A partire dal principio della marea e dallo studio della teoria di Darwin si cimentò nei primi tentativi di previsione e, attraverso lo studio di 20.000 terremoti del passato, affinò ulteriormente tale metodo.
Si costruì un sismografo per verificare le sue previsioni e in seguito lo perfezionò per venderlo in tutto il mondo. Nel 1920 i suoi studi gli permisero di entrare a far parte della società sismologica italiana.
Qualche anno dopo - il 20 novembre 1923 - consegnò una prima previsione ad un notaio di Faenza. La conferma delle sue previsioni gli diede la fama nazionale, mentre gli articoli di previsione che scrisse per i maggiori quotidiani del mondo lo fecero conoscere ovunque (tali articoli sono raccolti nella sua casa-osservatorio in via Manara n.17 di Faenza)"
LA TEORIA DI BENDANDI
Nel libro "Un principio fondamentale dell'Universo" - volume Iº - scritto dal Bendandi e pubblicato nel 1931, si legge:
"La forza di attrazione è dunque l'agente principale di ogni manifestazione del mondo fisico; è dessa che regola il corso dei pianeti e dei satelliti lungo la loro orbita; che presiede allo sviluppo evolutivo delle diverse masse planetarie; che mantiene con una semplicità ammirevole quella intricatissima teoria di orbite viventi che ogni corpo celeste ineluttabilmente descrive; è dessa infine la regolatrice e l'alimentatrice di ogni manifestazione radiosa corrispondendo ad ogni sua leggera variazione un conseguente accentuarsi di radiazioni e un divampare della luce.
E questo soffio divino che anima di un movimento generale tutto il creato e ci offre la più eloquente testimonianza della vita dell'universo, può giustamente definirsi con l'alata parola del nostro Alighieri:
"L'amor che muove il Sole e l'altre Stelle".".
Bendandi sosteneva che tutte le manifestazioni terrestri e solari sono causate da uno squilibrio gravitazionale, e che esiste un'influenza solare decisiva sulla salute degli organismi umani ed una spiccata influenza sulle cellule cerebrali.
Per lungo tempo Bendandi fu "snobbato" dalla scienza ufficiale del nostro Paese, che lo considerava quasi alla stregua di un ciarlatano, e si rifiutava di prendere in considerazione le sue teorie sull'origine cosmica dei terremoti, esposte nei suoi libri.
Ma perchè in Italia, quasi tutti si sono dimenticati di lui e del suo lavoro?
Nel 1927 il regime fascista vietò a Bendandi di divulgare le sue previsioni, come si può leggere ad esempio sul quotidiano "La Nazione"del 30 maggio di quell'anno, probabilmente sotto la pressione di molti accademici del tempo desiderosi di togliere di mezzo lo scomodo
personaggio che li metteva nella grande difficoltà di spiegare perchè loro non riuscivano a prevedere i terremoti. Bendandi non si diede per vinto e scrisse un primo libro che pubblicò completamente a sue spese nel luglio 1931.
Tale libro intitolato "UN PRINCIPIO FONDAMENTALE DELL'UNIVERSO" era dedicato all'attività solare e conteneva il primo caposaldo su cui egli basava le sue ricerche.
Oggi l'associazione culturale "Bendandiana", formata da fisici e addetti ai lavori, ne ha raccolto l'eredità e tenta di far luce sulla gran quantità di materiale che Raffaele Bendandi ha lasciato.
Notizie tratte da Alessandro Gelagi e da Fiorenzo Zampieri
martedì 29 settembre 2009
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1 commento:
Purtroppo in Italia viviamo ancora sotto la cappa culturale della Santa Inquisizione operante ufficialmente in Italia fino ai primi dell'ottocento(in Sicilia): conservatorismi massonerie dogmatismi consorterie .In queste condizioni non filtra nessuna luce di novità e verità.Ma il tempo farà giustizia di tutte le falsità.Il sole non può essere nascosto a lungo con una rete.Franz
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