Dev'essere ormai un "vizio di classe".
Non può essere diversamente: basta che a un nostro "politico" si affidi una poltrona di ministro, perchè subito egli si metta in "cacaticchio" e pensi di avere il diritto di dire tutte le fesserie che gli passano per la testa: anche a costo di mettere in berlina il governo di cui fa parte e persino di farlo cadere.
Com'è avvenuto col governo retto da Prodi che, prima ancora di compiere il secondo anno di vita, si sfasciò appunto perchè ognuno dei suoi ministri, spesso per ragioni di visibilità personale, aveva voluto dire la sua.
Lo stesso sta accadendo nell'ambito del governo retto dal cavaliere.
Dopo le fregnacce del ministro Brunetta, con la sua dicotomia fannulloni-primi della classe, le fandonie della ministra dell'istruzione, con i suoi grembiulini obbligatori, i suoi tagli a danno del personale della scuola, il suo maestro unico, il suo 5 stringibulloni, gli insegnanti - non suoi - in esubero gettati nella discarica...del turismo, dopo tutte le contrastanti dichiarazioni dei leghisti, mancava soltanyo la inopportunissima sparata del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che,in occasione della rievocazione storica del primo atto della Resistenza romana ai Tedeschi, intervenendo - sul palco in cui c'era il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - a Porta San Paolo, ha avuto il cattivo gusto di cogliere l'occasione per annunciare che gli sarebbe rincresciuto non ricordare, in quella triste commemorazione, l'eroismo di altri Italiani ( i repubblichini della Nembo) che, "credendo nella difesa della patria, si opposero allo sbarco degli anglo-americani, e che quindi meritano il rispetto di quanti guardano con obiettività alla storia nazionale".
Una singolare revisione della storia nazionale, inopportuna per il luogo e la circostanza in cui è stata espressa, indelicata per la compresenza del Capo dello Stato e soprattutto scorretta perchè uscita dalla bocca d'un ministro, che nonostante le sue note radici ideologiche, ha giurato fedeltà alla Costituzione: a quella stessa Costituzione fondata sul sangue della Resistenza e di quanti altri lottarono per neutralizzare la Repubblica di Salò.
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Non può essere diversamente: basta che a un nostro "politico" si affidi una poltrona di ministro, perchè subito egli si metta in "cacaticchio" e pensi di avere il diritto di dire tutte le fesserie che gli passano per la testa: anche a costo di mettere in berlina il governo di cui fa parte e persino di farlo cadere.
Com'è avvenuto col governo retto da Prodi che, prima ancora di compiere il secondo anno di vita, si sfasciò appunto perchè ognuno dei suoi ministri, spesso per ragioni di visibilità personale, aveva voluto dire la sua.
Lo stesso sta accadendo nell'ambito del governo retto dal cavaliere.
Dopo le fregnacce del ministro Brunetta, con la sua dicotomia fannulloni-primi della classe, le fandonie della ministra dell'istruzione, con i suoi grembiulini obbligatori, i suoi tagli a danno del personale della scuola, il suo maestro unico, il suo 5 stringibulloni, gli insegnanti - non suoi - in esubero gettati nella discarica...del turismo, dopo tutte le contrastanti dichiarazioni dei leghisti, mancava soltanyo la inopportunissima sparata del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che,in occasione della rievocazione storica del primo atto della Resistenza romana ai Tedeschi, intervenendo - sul palco in cui c'era il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - a Porta San Paolo, ha avuto il cattivo gusto di cogliere l'occasione per annunciare che gli sarebbe rincresciuto non ricordare, in quella triste commemorazione, l'eroismo di altri Italiani ( i repubblichini della Nembo) che, "credendo nella difesa della patria, si opposero allo sbarco degli anglo-americani, e che quindi meritano il rispetto di quanti guardano con obiettività alla storia nazionale".
Una singolare revisione della storia nazionale, inopportuna per il luogo e la circostanza in cui è stata espressa, indelicata per la compresenza del Capo dello Stato e soprattutto scorretta perchè uscita dalla bocca d'un ministro, che nonostante le sue note radici ideologiche, ha giurato fedeltà alla Costituzione: a quella stessa Costituzione fondata sul sangue della Resistenza e di quanti altri lottarono per neutralizzare la Repubblica di Salò.
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1 commento:
Fascisti erano e fascisti sono.....
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