A parte i meriti e le capacità professionali di Vittorio Sgarbi, verso i quali chi ama la cultura e l'arte non può che inchinarsi, non m'era mai capitato di apprezzare il comportamento dell'illustre onorevole, ora sindaco di Salemi, nei numerosi scontri politici o sociali da lui - ad arte o sinceramente - accesi in televisione.
Ma siccome non bisogna mai dire "mai", ecco che è giunto il momento per potere finalmente diire "bravo, Vittorio, stavolta hai fatto bene ad incazzarti e dirne una delle tue ad un uomo politico, che in verità sta dimostrando di volere scimmiottare il populismo di altri per un tornaconto mal concepito". Mi riferisco alle parole che il neo sindaco di Salemi ha speso, senza alcun risparmio, replicando a quanto sta facendo e dicendo in merito all'unità d'Italia il neo presidente della regione siciliana, don Raffele, che forse perchè di cognome va Lombardo sta cercando d'imitare un altro Lumbard, che, malgrado le proprie traversie fisiche, bisogna riconoscere che lo supera di cento leghe in fatto di carisma.
Per giustificare queste mie quattro parole a favore di Sgarbi, mi conviene risalire al prologo, dove il primo attore è stato un altro sindaco, quello di Capo d'Orlando, che non ritenendo, assieme alla sua aministrazione, l'eroe dei due mondi degno di denominare piazza Stazione, con una mazzotta - e perchè no, con la durlindana? - ha aggredito la targa intitolata a Giuseppe Garibaldi.
L'amministrazione comunale orlandina ritenendo che Garibaldi sia stato un nemico della nostra Isola, ha deciso di cambiare nome a quella piazza, ma il fatto ha dato la stura a forti polemiche, tanto che si è costituito un comitato di protesta per il ritorno di Garibaldi in piazza. Senonché, a sostenere l'iniziativa antiunitaria, è sopraggiunta l'autorevole voce del governatore dell'Isola, che, dopo una sì lodevole impresa, ha preso la palla in balzo per invocare che si continui col cancellare "il piemontese Cavour, il siculo Crispi, che fece sparare sul popolo, e Bixio, carnefice di Bronte". E ha chiamato a raccolta gli altri sindaci, perchè per settembre è prevista un'altra ondata antiunitaria: con cui abbattere " i simboli d'un'impostura" per dedicare strade e piazze ai nostri eroici emigranti....Insomma, per Raffaele Lombardo è necessario ricorrere al linguaggio di Bossi "declinato con accento meridionale, in dialetto calabrese o siciliano.". Come si declini un linguaggio probabilmente lui solo lo sa. Potrebbe essere talmente antitaliano, il nostro Lombardo, da ignorare la lingua italiana. Comunque, lasciamo andare queste fesserie e riprendiamo il filo del discorso. Nella sua foga antiunitaria, il governatore pare che abbia trovato il modo di stuzzicare il cane che dorme, facendo riferimento al fatto che Vittorio Sgarbi, in vista del 150° anniversario dell'impresa dei "mille", tenendo conto delle memorie storiche, abbia candidato Salemi a capitale garibaldina. "Vada a fare capitale di Garibaldi - avrebbe esclamato don Raffaele - un'altra città delle Marche o del Piemonte" .
A questo punto, essendo sul finire del mio soliloquio, preferisco riportare integralmente quanto riferito dal collega Luigi Todaro, nella sua corrispondenza sul Giornale di Sicilia di oggi: "La replica del critico d'arte non si fa attendere: "Il presidente Lombardo è una brutta copia di Umberto Bossi, perché lui non ha l'estro e il divertimento del leader del Carroccio". "La sua affermazione - aggiunge il critico d'arte - è una negazione storica che non ha alcuna legittimità. Mi chiedo perchè lui s'è candidato a governare una regione d'Italia? Che si dimetta allora". "Il suo - conclude il primo cittadino di Salemi - è un atto inqualificabile. Penso che debba stare tranquillo e non appoggiare certi sindaci".
Bravo Sgarbi, questo lo dico io.
fra' Galdino
Ma siccome non bisogna mai dire "mai", ecco che è giunto il momento per potere finalmente diire "bravo, Vittorio, stavolta hai fatto bene ad incazzarti e dirne una delle tue ad un uomo politico, che in verità sta dimostrando di volere scimmiottare il populismo di altri per un tornaconto mal concepito". Mi riferisco alle parole che il neo sindaco di Salemi ha speso, senza alcun risparmio, replicando a quanto sta facendo e dicendo in merito all'unità d'Italia il neo presidente della regione siciliana, don Raffele, che forse perchè di cognome va Lombardo sta cercando d'imitare un altro Lumbard, che, malgrado le proprie traversie fisiche, bisogna riconoscere che lo supera di cento leghe in fatto di carisma.
Per giustificare queste mie quattro parole a favore di Sgarbi, mi conviene risalire al prologo, dove il primo attore è stato un altro sindaco, quello di Capo d'Orlando, che non ritenendo, assieme alla sua aministrazione, l'eroe dei due mondi degno di denominare piazza Stazione, con una mazzotta - e perchè no, con la durlindana? - ha aggredito la targa intitolata a Giuseppe Garibaldi.
L'amministrazione comunale orlandina ritenendo che Garibaldi sia stato un nemico della nostra Isola, ha deciso di cambiare nome a quella piazza, ma il fatto ha dato la stura a forti polemiche, tanto che si è costituito un comitato di protesta per il ritorno di Garibaldi in piazza. Senonché, a sostenere l'iniziativa antiunitaria, è sopraggiunta l'autorevole voce del governatore dell'Isola, che, dopo una sì lodevole impresa, ha preso la palla in balzo per invocare che si continui col cancellare "il piemontese Cavour, il siculo Crispi, che fece sparare sul popolo, e Bixio, carnefice di Bronte". E ha chiamato a raccolta gli altri sindaci, perchè per settembre è prevista un'altra ondata antiunitaria: con cui abbattere " i simboli d'un'impostura" per dedicare strade e piazze ai nostri eroici emigranti....Insomma, per Raffaele Lombardo è necessario ricorrere al linguaggio di Bossi "declinato con accento meridionale, in dialetto calabrese o siciliano.". Come si declini un linguaggio probabilmente lui solo lo sa. Potrebbe essere talmente antitaliano, il nostro Lombardo, da ignorare la lingua italiana. Comunque, lasciamo andare queste fesserie e riprendiamo il filo del discorso. Nella sua foga antiunitaria, il governatore pare che abbia trovato il modo di stuzzicare il cane che dorme, facendo riferimento al fatto che Vittorio Sgarbi, in vista del 150° anniversario dell'impresa dei "mille", tenendo conto delle memorie storiche, abbia candidato Salemi a capitale garibaldina. "Vada a fare capitale di Garibaldi - avrebbe esclamato don Raffaele - un'altra città delle Marche o del Piemonte" .
A questo punto, essendo sul finire del mio soliloquio, preferisco riportare integralmente quanto riferito dal collega Luigi Todaro, nella sua corrispondenza sul Giornale di Sicilia di oggi: "La replica del critico d'arte non si fa attendere: "Il presidente Lombardo è una brutta copia di Umberto Bossi, perché lui non ha l'estro e il divertimento del leader del Carroccio". "La sua affermazione - aggiunge il critico d'arte - è una negazione storica che non ha alcuna legittimità. Mi chiedo perchè lui s'è candidato a governare una regione d'Italia? Che si dimetta allora". "Il suo - conclude il primo cittadino di Salemi - è un atto inqualificabile. Penso che debba stare tranquillo e non appoggiare certi sindaci".
Bravo Sgarbi, questo lo dico io.
fra' Galdino
20 commenti:
Credo che ridurre la questione sollevata dal Primo Cittadino di Capo d’Orlando a una mera, per nulla appassionante, querelle tra Lombardo e Sgarbi significhi, lo dico con rispetto, non avere colto il vero senso dell’iniziativa di Sindoni.
Ora si può lecitamente pensarla diversamente, ma credo che in ogni caso non ci si possa e soprattutto non ci si debba rifugiare nella Iconografia Risorgimentalista, negando tutta una serie di evidenze storiografiche e politologiche sulla Sicilia e la sua Storia oggi innegabili.
Dispiace poi anche che molti non riescano serenamente a vivere il fatto che la Sicilia ha vissuto, per secoli, una sua autonoma, originale storia di Popolo e Nazione.
Quindi ciò che inquieta molti non è tanto il cambio del nome alla piazza davanti alla stazione paladina quanto più il fatto che nella società siciliana, oltre, al di là dello MPA e ancor più della LEGA , sta maturando una logica di pluralità democratica ed autodeterminazione politica nuova.
Dispiace quindi ascoltare un uomo intelligente come Sgarbi inanellare una serie di luoghi comuni risorgimentalisti che non colgono la vera importanza di quello che accade a Capo d’Orlando e in futuro spero ovunque in Sicilia.
A Capo d’Orlando sono in gioco l’Identità Siciliana e la verità storica il resto è ben poca cosa.
La querelle tra Sgarbi, di cui non ignoriamo il carattere impulsivo, e Lombardo non poteva che essere il pretesto per rimarcare che sono state fatte e dette cose che, sul piano politico, hanno tutto il sapore e la sostanza di un populismo becero, che non riuscirà mai ad incidere sul piano storico. Che Lombardo, il quale copre un ruolo di grande responsabilità politica,nella nostra Regione,mettendosi subito dalla parte della "mazzotta", abbia commesso un errore politico madornale, io non lo negherei, come d'altronde credo che non lo farebbero tutte quelle personalità - accademici e storici - che a tale proposito hanno sotoscritto un documento in cui si definiscono "deliranti" le dichiarazioni di Raffaele Lombardo. Che poi a Capo d'Orlando ci dovrebbero essere "in gioco l'identità siciliana e la verità storica",mi sembra troppo; mentre casomai tutto il "gioco" dovrebbe emergere dai grossi sbagli e dalle incoerenze di quanti non abbiamo saputo far valere il grande potenziale dell'Autonomia Siciliana. Comunque, si tratta di opinioni semplicemente personali. E la mia, modestamente, è quella del "casomai".
Io rispetto e difenderò sempre la tua ( concedimi l'uso del Tu) libertà di pensarla come meglio credi.
Sono però altresì convinto che Tu rispetterai l'idea che Io altrettanto lecitamente coltivo che i fatti di Capo d'Orlando rappresentano un PUNTO DI SVOLTA culturale che può e deve essere foriero in un processo di superamento dell'ALIENAZIONE CULTURALE a cui siamo stati condannati dal monoculturalismo ufficiale.
Alienazione che ha contribuito non poco a limitare e frenare uno sviluppo, culturale e non solo culturale,equo e antimafioso, del nostro Popolo e del nostro Arcipelago Siciliano.
In ogni caso comunque credo che il confronto dialettico ci arricchisca entrambi anche se non concordiamo su alcuni punti e/o su le reciproche analisi.
Mi piacerebbe sapere nei dettagli,
dal sig. Turi, quale "autonoma, originale storia di Popolo e Nazione" la Sicilia abbia effettivamente (ripeto: effettettivamente) mai vissuto. Se torniano indietro nel tempo, solo il periodo Normanno - ruggeriano (1112-1154) può essere visto come momento di vero fulgore siciliano. Ma dopo? Vogliamo forse dire che sotto il domino Napoletano (cos'erano i Borboni se non "napoletani"? dando a questo termine un'accezione negativa)i siciliani se la passavano forse bene? Dimentichiamo la rivoluzione del 48? La verità è ben altra, purtroppo, e cioè che il pensarci popolo e nazione autonoma è una cosa che solo noi siciliani sentiamo nel profondo (di qui il nostro senso di insularità); ma per il resto del mondo siamo stati sempre un'appendice di questo o di quel regno.
Detto questo, la querelle intorno a Garibaldi e risorgimento è - nei termini attuali - purtroppo solo un fatto politico e cioè strumentale di ragioni elettorali o di consenso più o meno velate. Suona strano che Sindoni s'intesti una crociata anti-risorgimentale di così alto tenore mediatico, quasi all'indomani della sua sventura giudiziaria che - se non erro- lo ha veduto addirittura in carcere. Di Lombardo non parliamo poi, personalmente gli preferisco Cuffaro e non a torto... Andrea I.
Continuando da sopra, l'attuale svalutazione di Garibaldi e dell'Unità d'Italia è qualcosa di veramente astorico. Adesso guardiamo all'Italia con occhi schifati ma 150 anni il concetto di Unità e di fratellanza di popoli sotto un'unica bandiera era qualcosa di molto sentito sia nella cultura che nei valori. Un giudizio storico è inevitabile, ma sia un giudizio sereno e scientifico (e francamente tutti questi professoroni che si stanno cimentando nella "revisione" non mi sono apparsi grandi "arche di scienza") e non un giudizio "morale"!!!
Chiudo il commento, ribadendo il mio orgoglio di siciliano, orgoglio costruito sulla consapevolezza della nostra "diversità" e "umanità" (che prima di tutto è un fattore storico ed antropologico)spesso superiore a quella di altri "popoli" vicini e lontani. E non sul cieco provincialismo che parte più da interessi di bottega che da amore reale per questa terra impareggiabile e le sue genti...
Andrea I.
Gentile Anonimo,
Credo Ella si stupirebbe di sapere come all’estero Noi siciliani siamo intesi e percepiti come Nazione.
Quanto poi alla storia sarebbe troppo lungo qui indicarLe i periodi storici antichi e moderni in cui la Sicilia era universalmente intesa come Entità Nazionale e Nazione.
Tuttavia non dispero che Lei vorrà e saprà, superando i suoi pregiudizi derivanti dall’educazione didattica ricevuta, individuare da sé e dettagliatamente queste fasi, cosa del resto né difficile né criptica.
Nel merito specifico della querelle paladina poi non credo di poter condividere né il suo entusiasmo per Cuffaro né la pari e opposta ritrosia per Lombardo, debbo invece dire che diversamente da Lei io non ho certezze granitiche sul fatto che i fatti di Capo d’Orlando debbano ridursi necessariamente a mero mercato politico e/o personalistico.
Tuttavia rispetto la sua opinione.
Nel merito della sua affermazione per cui: “ l'attuale svalutazione di Garibaldi e dell'Unità d'Italia è qualcosa di veramente astorico “ debbo dire che non voglio e soprattutto non posso seguirla in questo suo teorema indimostrabile.
Anzi, a ben vedere, i fatti di Capo d’Orlando mostrano esattamente il contrario e cioè che quando la storia è liberata da preoccupazioni patriottarde e neo-risorgimentaliste essa riesce ad esprimere la sua reale funzione.
Quanto poi sul valore degli storici la invito ad essere cauto quando Ella muove insinuanti dubbi sullo spessore intellettuale degli storici coinvolti, suo malgrado, infatti, rischia così facendo , di scadere nel metodo provocatorio e denigratorio tipico di ogni autoreferenzialismo e che però sono sicuro non le appartiene.
Ecco dunque che riconoscere il valore della storiografia al di là dei nostri desideri è l’unico modo di andare oltre e salvare il valore metodologico della storia, anche quando la “ricostruzione del passato” scopre e dice che la Storia Siciliana non è quella sin qui propinataci e che a lei è così cara.
Quanto poi al suo auspicio finale Io le dico che avere Memoria del nostro Io Collettivo, del nostro essere Popolo e Nazione tra i Popoli e le Nazioni non è provincialismo.
Provincialismo è il gretto municipalismo che certa politica foraggia e alimenta nascondendosi dietro roboanti dichiarazioni manierate di cosmopolitismo.
Sono infine convinto che Noi non siamo né etnicamente né antropologicamente migliori rispetto agli altri popoli ma solo diversi e che questa nostra diversità, crea Indipendenza cioè CONSAPEVOLEZZA di vivere con un valore aggiunto: la nostra Identità Siciliana.
A questo punto, mi sento in dovere d'intervenire, per ringraziare Turi e Andrea per i loro appassionati interventi, che praticamente, pur condensando pareri personali, alimentano la dicotomia rinfocolata dal "colpo di mazzotta" di Capo d'Orlando. E discutere, senza arrivare alle parole grosse,è sempre producente.
Anche se non sono in grado d'individuare i due interlocutori che hanno arricchito il dibattito coi loro commenti, mi congratulo con loro, perchè hanno dimostrato entrambi - ciascuno alla propria maniera - attaccamento ai valori della nostra Isola, sentimento che spesso i "nostri" uomini politici non hanno saputo o voluto esprimere.
prof. Cilona, noi ci conosciamo, tant'è che io sono quell'Andrea a cui quasi un anno fa lei dedicò un post... Riguardo al sig. Turi... Il fattore che mi spinge a criticare il gesto di Sindoni deriva dalla consapevolezza che "non si torna indietro" (nemmeno a mazzottate) e che la storia passata non si cancella e non si modifica. Nè si ridà giustizia a chi ha patito: perchè la giustizia è legata all'oggi. Dunque, da una migliore conoscenza del passato noi possiamo
costruire un presente e un futuro migliore. Ma nel nostro caso attuale cosa vuol dire che siccome garibaldi ci ha fregati con la sua unità noi dobbiamo separarci dall'Italia? Lei sa meglio di me che la cosa non solo sarebbe inutile ma soprattutto deleteria. Allora - dalla storia - impariamo a non fidarci dei salvatori (siano essi barbuti o no) che vengono da fuori a risolverci la situazione. Impariamo a fare da soli. Ecco cosa potremmo imparare dall'affaire Garibaldi-Cavour-Vittorio Emanuele II... E poi voglio chiudere con una consapevolezza amara: ogni volta che i siciliani hanno tentato di far prendere alla loro storia una svolta veramente autonomista e libera c'è stato sempre qualcuno pronto a tagliare loro le ali.
vedi la Storia dei "Quattro Vicari" (XV sec) o l'estromissione di Giuseppe Branciforte (1658) dalla carica di Vicerè per essere stato coinvolto in una congiura antispagnola (Il Branciforte, siciliano di Pietraperzia, mirava ad affrancare la Sicilia dalla Spagna e a proclamarla nazione autonoma)o la rivolta di Messina (1674-78) o in epoche più recenti il regno di Sicilia proclamato nel 1848 da Ruggero Settimo e soci subito abbattuto dai Borbone (dio li maledica9 o addirittura nel novecento quando l'unico tentativo veramente autonomista (quello del governo Milazzo) fu subito sconfessato dalle azioni "coraggiose" di alcuni deputati siciliani... (e in particolare uno, molto vicino a noi barcellonesi)...
Ad Andrea:- Ho capito: dato che è così, tu sei Italiano di nome e di fatto, oltre che Siciliano puro sangue. Ciao Andrea. E fatti sentire spesso. Questo mio invito al dialogo lo estendo a tutti, perchè dobbiamo abituarci a scambiare le nostre idee e i nostri pareri, per rendere più proficuo il nostro contributo alla vita e alla crescita del nostro Paese. Ciao.
Vedi, Andrea, apprezzo molto il tuo appassionato intervento in risposta a Turi, Il quale, credo tenga, come tutti noi, alla Sicilia. Le varie differenze stanno nelle ricette. Queste , le ricette ovvero le soluzioni, riteniamo doverle supportare con i richiami alla storia a ciò che in passato è successo. Tutto sbagliato secondo me, perchè il metodo ci porterà sui due eterni versanti, ai quali l'uomo si è aggrappato: Conservatori e progressisti, materialisti e spiritualisti. Il classico dualismo che a noi siciliani purtroppo non fa bene. Bisogna guardare avanti, avendo rispetto per coloro che hanno versato il loro sangue in passato per i loro ideali. Garibaldi altro non è che un tassello nella grande storia della sicilia. Bisogna rispettare anche lui con le idee di cui 150 anni fa era portatore, e lasciarlo in pace. Guardiamo avanti con la speranza che in futuro ci si possa integrare al meglio con la realtà politica che ci circonda e lasciar perdere chi vende fumo e prende a martellate le targhe apposte dai nostri nonni, per distrarci da possibili disastri dietro l'angolo.
Peppino
Le ricette, caro Peppino, per essere efficaci devono essere prescritte da chi ha scienza e coscienza, e funzionano se chi le applica lo fa onestamente e con consapevolezza. Uscendo dalla metafora, noto e faccio notare che, per esempio, in Sicilia, esiste uno statuto che, se fosse stato rispettato e applicato senza omissioni e distorsioni, avrebbe dato frutti talmente generosi da rendere la nostra Regione invidiabile. Oggi, invece, ci troviamo in condizioni tali da consentire solo ai furbi e ai traffichini della politica di muoversi a proprio agio, anche perchè questo andazzo è stato istituzionalizzato da chi ci governa: alla Regione, alla Provincia, al Comune, nella Nazione.Un libertinaggio pericoloso, che non ha niente a che vedere con la libertà d'azione, e che persino può consentire l'uso della mazzotta per frantumare il passato. Con la giustiicazione, anzi con il pretesto dichiarato che quell'irruenza ha avuto un nobile fine: quello di scuotere le coscienze per la ricerca della "vera verità" storica. Solo che non tutti si rendono conto da quale pulpito vengono certe prediche.
Perfettamente d’accordo con l’analisi sulla disapplicazione della nostra Magna Charta statutaria.
Anche il giudizio sulla classe dirigente e di potere in Sicilia sarebbe largamente condivisibile. Ciò che non posso condividere da Siciliano onesto e antimafioso e da Indipendentista democratico e il “salto pindarico” che Tu Ciccio fai ( passami il TU ).
In poche righe alludi, insinui e così facendo vanifichi interamente la tua analisi. Infatti finisci per ridurre tutto a una piccola polemica partitica.
Non è non può essere così. Io da Indipendentista democratico rifiuto la Mafia, il malogoverno, la negazione della Verità Storica e insieme al mio partito ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti ho democraticamente, pacificamente sete di verità, autodeterminazione e giustizia.
Le cosiddette prediche sono , almeno per Noi, “analisi “ politiche. Grazie comunque per la tua attenzione.
Ecco alcuni siti e blog su cui approfondire il mio punto di vista e quello dei miei compagni:
www,fns.it
http://indipendenzasicilia-fns.ilcannocchiale.it
http://laquestionesiciliana.blogspot.com
Spero così di spazzare il campo da fraintendimenti e generalizzazioni direi non benevole.
TURI
Per carità, caro Turi, non vorrei che tu mi fraintendessi pensando che io voglia glissare sulla realtà storica, parlando della responsabilità di tutti noi e dell'opportunismo di molti nostri uomini politici: e per "nostri" intendo i nati tra noi e da noi eletti. Comprendo bene la passionalità dei tuoi interventi, che non potrebbero essere diversi,data la tua adesione ad un preciso schieramento. E chi si trova su un Fronte non può che combattere strenuamente, in questo caso a difesa delle proprie convinzioni. Tuttavia ciò non dovrebbe consentire di minimizzare fino ad annullare, annacquandole, le posizioni degli altri. Tu offri l'indicazione di siti che, a tuo giudizio, potrebbero aprire la mente a prospettive storiche interessanti. E fai il tuo dovere, ma anch'io mi sento, in tal caso, autorizzato a proporti di rileggere tutta una "letteratura" sulla sicilianità, sull'orgoglio nazionalista isolano, sui tentativi di riscatto dai molteplici conquistatori (oppressori) della nostra bella terra, sui fallimenti facilitati dall'incultura, dall'inerzia e dall'individualismo massivo che durante tutte le occupazioni hanno fatto da contrappeso agli stimoli degli insorgenti,cui si aggiunge, nell'attualità, l'invasione di una subcultura mediatica che allontana in misura stratosferica le nuove generazioni da ogni stimolo critico ed ideologico.Non so se sono riuscito a spiegarmi...Comunque auguri per te e per quanti intendono incamminarsi verso la meta da te auspicata.
"Da che pulpito...."
Che pena vedere Sindoni che piccona la targa della Piazza intitolata a Garibaldi.........
Vedremo come andrà a finire la sua (di Sindoni) "problematica" con la giustizia....
Tra maggio e giugno ha soggiornato per quasi 1 mese (per reati pesanti: truffa, associazione a delinquere, ecc. ecc ai danni della Ue) nelle "patrie" galere di Siracusa.
Certo!
Uno è innocente fino alla sentenza definitiva, ma visto l'accaduto, era meglio se lasciava
perdere.....
Beh insinuare, sottintendere è un'arte come un'altra. Sarebbe meglio riflettere sui fatti o no?
Adesso speriamo che la polemica lasci il passo alle cose da fare in armonia, affinchè questa nostra Sicilia progredisca come merita, adoperando l'ingegno e l'operosità dei suoi abitanti e le bellezze del proprio territorio. Ciao a tutti
Fra' Galdino
x frà Galdino....campa cavallo.....
Si, probabilmente lo e
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