"Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di sfuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,..."e continua la tiritera, che una donna ha scritto - una certa Marta Medeiros - e che qualche burlone ha diffuso in internet come frutto della mente e del cuore del Premio Nobel Pablo Neruda.
E' miscuglio di pseudo versi che, per qualificare il suo inqualificabile atto politico Clemente Mastella declamò ieri al Senato. Convinto che fosse frutto di un grande poeta, mentre in realtà era una bufala. Una di quelle bufale campane che poveracce sono avvelenate dall'inquinamento.
Stefano Passigli, presidente della casa editrice che pubblica in Italia le opere di Pablo Neruda, ha sentito il dovere di precisare che “quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del novecento" E con un sospiro di sollievo ha concluso: "Meglio così: non credo che Pablo Neruda, che ha speso la vita per grandi ideali politici, sarebbe stato lusingato dal sentir citare una poesia davvero sua dalla voce di Clemente Mastella".
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di sfuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,..."e continua la tiritera, che una donna ha scritto - una certa Marta Medeiros - e che qualche burlone ha diffuso in internet come frutto della mente e del cuore del Premio Nobel Pablo Neruda.
E' miscuglio di pseudo versi che, per qualificare il suo inqualificabile atto politico Clemente Mastella declamò ieri al Senato. Convinto che fosse frutto di un grande poeta, mentre in realtà era una bufala. Una di quelle bufale campane che poveracce sono avvelenate dall'inquinamento.
Stefano Passigli, presidente della casa editrice che pubblica in Italia le opere di Pablo Neruda, ha sentito il dovere di precisare che “quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del novecento" E con un sospiro di sollievo ha concluso: "Meglio così: non credo che Pablo Neruda, che ha speso la vita per grandi ideali politici, sarebbe stato lusingato dal sentir citare una poesia davvero sua dalla voce di Clemente Mastella".
FRANCECO CILONA
3 commenti:
BAnnale e new age per te che prima di parlare deve consultare la literatura di Marta Medeiros, banale detto per la boca di Mastella e bannalle detto da te, questo tipo di attacco deve venire di chi conosce tuta la obra di un autore; posso anche scrivere sbagliato l'italiano, perche non è idioma e non lo ho mai studiato; Ma mi piacerebe sapere che poesia o croniche di lei tu hai letto???
non sono anonima
Rosy
solzinho_radiante@hotmail.com
Quando Mastella recitava la poesia non era una tiriteria,ma una poesia che in Italia non siamo stati in grado di pensarla prima noi.Quella poesia chiunque la reciti non è mai una tiriteria,mi dispiace per te.
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