sabato 3 novembre 2007

BARCELLONA, UNA CITTA' CHE VA ALLA DERIVA


La gestione commissariale diventò una vera condanna per la città.
Perduta la piccola àncora del consiglio comunale, che bene o male riusciva ad agganciarsi ai suoi problemi, Barcellona era ormai alla deriva.
Le prime iniziative drastiche del commissario Giarrizzo, accolte dal malcontento generale, divennero motivo d'allarme specialmente per i macelllai, che, di fronte ai disagi provocati dalla chiusura del mattatoio comunale, reagirono con una serrata minacciosa, promettendo di non desistere se non si risolveva il loro problema.
Intanto, abbandonati gli scranni di Palazzo Longano, gli amministratori destituiti smisero d' interessarsi dei problemi della comunità, e rivolsero la loro attenzione a possibili accordi, in previsione del rinnovo del Consiglio Comunale. A nessuno pertanto venne in mente che fosse necessario almeno ricordare al commissario quanti e quali mali stessero affliggendo la città. D'altronde Giarrizzo e Giacalone avevano dei compiti precisi da svolgere: mettere un po' d'ordine nelle finanze il primo, costretto a piangere miseria; portare a compimento la revisione del PRG, l'altro, facendo appello, anzitutto, all'ufficio tecnico e rinnovando la commisione edilizia, scaduta con lo scioglimento del Consiglio. Intanto la città reale, con tutti i suoi guai, rimaneva tagliata fuori da qualsiasi possibilità riparatoria e d'incremento.
FRANCESCO CILONA

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