Protagonista di un dramma che, se non le ha distrutto il corpo, avrebbe potuto sconvolgere la sua anima, sembra uscita indenne, con tutta la sua bellezza e nella pienezza del suo spirito. L'abbiamo vista, a lungo, sullo schermo di una una tv a testimoniare, con lucida fermezza, quanto aveva visto e sofferto di fronte al trerrificante dilagare del rogo che, nel rifugio del Falco, un mese fa, assalì e incenerì quel sito, causando cinque vittime umane: la sua mamma, Lucia Natoli, suo zio, Costantino Cucinotta, la nonna Caterina Barberina Maffolini, i dipendenti del ritrovo agrituristico, Concettina Scafidi e Giuseppe Bompensiere.
Valeria Cucinotta, splendida ragazza di 22 anni, dopo avere sofferto gli "spasimi" di gravi scottature, amorevolmente lenite e curate negli ospedali di Messina e di Napoli, adesso è lì a ricostruire con apparente freddezza e ricchezza di particolari lo scenario infernale di quel maledetto rogo, dolosamente appiccato da chi, se veramente esiste rimorso umano, dovrebbe rodersi l'anima, per tutta la vita. E con l'aggiacciante sua testimonianza, la splendida Valeria, pur senza inveire, inchioda nella loro "scottante" responsabilità, quanti, in quella tragica occasione, non seppero fare il proprio dovere con la "dovuta" tempestività.
2 commenti:
ieri notte ero a Capo D'Orlando, c'era la notte bianca.
d'un tratto alzo gli occhi verso l'orizzonte a sud.
c'era un incendio, sulla punta di un monte.
E così hai vissuto, coi bagliori dell'incendio, una notte "rossa". E te l'ha fatto vivere quell'anima "nera" che aveva innescato quel rogo. La cattiveria, purtroppo, fa parte dell'umanità: è una categoria che, se non ci fosse, ridurrebbe di molto la popolazione terrestre.
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