A voler parlar bene delle Poste Italiane non possiamo che metterci fatica. Ma come si può, d'altronde, dire bene di un istituto dove l'utente stenta spesso e con gran perdita di tempo a fruire di un servizio, ben pagato.
Tralascio di ricordare la storia della "macchinetta" dell'ufficio centrale, che a furia di distribuire marchette spesso si sfascia e resta a lungo in standby, e mi fermo un attimo per annotare ciò che m'è successo stamattina, appunto in uno degli uffici postali della città, che in tutta sincerità m'era parso, fino ad un attimo prima, il più abbordabile per la sua efficienza.
Stamani, verso le nove, essendomi venuta la voglia di pagare la bolletta del servizio di nettezza urbana, fiducioso di potere perdere meno tempo che altrove, mi sono recato all'ufficio postale di Pozzo di Gotto, per effettuare il dovuto versamento.
Entro nella sede di via Palestro e che trovo?
La modesta sala d'attesa è piena di gente e al di là degli sportelli non vedo nessuno..
Chiedo se non fosse ancora giunta l'ora d'apertura. E alla mia stupida domanda - visto che erano le nove trapassate - mi si risponde che l'ufficio era aperto da "mò" e che da "mò" mancava la linea: per cui tutto era fermo.
Intanto, la gente affluiva, il bugicattolo si affollava e il personale attendeva il ripristino del collegamento web.
Ovviamente in un'altra stanza, probabilmente in quella del direttore.
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