Le province - croce e delizia dell'Italia - non saranno soppresse, nonostante si abbia la consapevolezza della loro pesante inutilità che le rende invise agli Italiani.
Il tentativo di Di Pietro, inserito in una proposta di legge presentata dall'Idv a Montecitorio, mirato appunto alla soppresione di tale Ente ingombrante e poco efficiente, è stato vanificato grazie anche all'astensione massiccia del PD, che ha così consentito che 225 voti contrari fossero sufficienti all'abolizione del primo articolo del disegno, che appunto intendeva cancellare le province dal titolo V della Costituzione. Gli astenuti sono stati 240. Contrari quelli della maggioranza, con qualcuno nel Pdl astenuto. I voti a favore sono assommati ad appena 83, perché, oltre all'Idv, si è schierato per la soppressione delle province anche il Terzo polo.
Purtroppo, bisogna constatare, che nei momenti cruciali, il PD non sa fare altro che mantenersi nell'ambiguità, senza rendersi conto che, così comportandosi, non riesce a rappresentare la volontà della base, la quale ormai è stanca della politica dei "carrozzoni".
Così visti, Pdl e Pd danno la sensazione dì essere fatti della stessa pasta: quella pasta politica inacidita della prima repubblica e mantenuta in fermentazione dalla seconda.
clicca>Province, centrosinistra diviso Renzi attacca il Pd: "Occasione persa" - Repubblica.it
Il tentativo di Di Pietro, inserito in una proposta di legge presentata dall'Idv a Montecitorio, mirato appunto alla soppresione di tale Ente ingombrante e poco efficiente, è stato vanificato grazie anche all'astensione massiccia del PD, che ha così consentito che 225 voti contrari fossero sufficienti all'abolizione del primo articolo del disegno, che appunto intendeva cancellare le province dal titolo V della Costituzione. Gli astenuti sono stati 240. Contrari quelli della maggioranza, con qualcuno nel Pdl astenuto. I voti a favore sono assommati ad appena 83, perché, oltre all'Idv, si è schierato per la soppressione delle province anche il Terzo polo.
Purtroppo, bisogna constatare, che nei momenti cruciali, il PD non sa fare altro che mantenersi nell'ambiguità, senza rendersi conto che, così comportandosi, non riesce a rappresentare la volontà della base, la quale ormai è stanca della politica dei "carrozzoni".
Così visti, Pdl e Pd danno la sensazione dì essere fatti della stessa pasta: quella pasta politica inacidita della prima repubblica e mantenuta in fermentazione dalla seconda.
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