Sinceramente non riesco a rendermi conto se il Palacultura di Barcellona Pozzo di Gotto, maestosa struttura in gran parte vuota, circondata da spazi ariosi coronati da filari di cipressi alti e schietti, possa essere paragonato ad una cattedrale nel deserto oppure ad un'oasi semideserta.
Avendo avuto l'occasione di passeggiare un po' attorno al palazzo, m'è sembrato di cogliere una certa atmosfera di inutilizzo che rasenta, non dico l'abbandono, ma un certo disinteresse per quanto di buono e producente si potrebbe fare, utilizzando quegli spazi esterni, sicuramente creati non per essere lasciati vuoti, ma riempiti e vivacizzati dall'umana presenza.
C'è per esempio, in fondo a destra, un'area strutturata in formato anfiteatro, intitolata all'indimenticabile e purtroppo dimenticato regista Michele Stylo, che non è stata mai utilizzata per nessuna manifestazione teatrale, come invece sicuramente avrebbe gradito lo stimato personaggio cui è stata dedicata.
Accanto al Palacultura, intitolato ad altro illustre cittadino - il poeta Bartolo Cattafi - esistono delle panchine in legno, sulle quali chissà se ci sia mai stato qualcuno a poggiare i fianchi.
Di certo, da quel che si vede, non c'è mai stato nessuno chiamato a ristorar quel legno, che il tempo e la pioggia stanno usurando.
Questo per dire che abbiamo a disposizione una grossa struttura che - con un po' di fantasia in più e dispersività d'intenti in meno - potrebbe essere di grande aiuto alla diffusione artistica e culturale, e non siamo in grado di sfruttarla come merita.
Avendo avuto l'occasione di passeggiare un po' attorno al palazzo, m'è sembrato di cogliere una certa atmosfera di inutilizzo che rasenta, non dico l'abbandono, ma un certo disinteresse per quanto di buono e producente si potrebbe fare, utilizzando quegli spazi esterni, sicuramente creati non per essere lasciati vuoti, ma riempiti e vivacizzati dall'umana presenza.
C'è per esempio, in fondo a destra, un'area strutturata in formato anfiteatro, intitolata all'indimenticabile e purtroppo dimenticato regista Michele Stylo, che non è stata mai utilizzata per nessuna manifestazione teatrale, come invece sicuramente avrebbe gradito lo stimato personaggio cui è stata dedicata.
Accanto al Palacultura, intitolato ad altro illustre cittadino - il poeta Bartolo Cattafi - esistono delle panchine in legno, sulle quali chissà se ci sia mai stato qualcuno a poggiare i fianchi.
Di certo, da quel che si vede, non c'è mai stato nessuno chiamato a ristorar quel legno, che il tempo e la pioggia stanno usurando.
Questo per dire che abbiamo a disposizione una grossa struttura che - con un po' di fantasia in più e dispersività d'intenti in meno - potrebbe essere di grande aiuto alla diffusione artistica e culturale, e non siamo in grado di sfruttarla come merita.
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