La firma del Presidente Napolitano, anzicché acqua sembra abbia buttato benzina sul fuoco acceso dal decreto salva liste, imposto da Berlusconi. Il Capo dello Stato, sicuramente in buona fede, avrà creduto che, aderendo alla richiesta d'avallo della destra, avrebbe evitato chissà quale tragedia popolare. E così facendo, non avrebbe tenuto conto che esiste sempre, in ogni medaglia un rovescio.
A confermarlo, c'è il clima che s'è creato con il via libera ad un'iniziativa drastica e non condivisa, qual è stata appunto quella di cambiare le carte in tavola a gioco avviato.
"E' in questo clima che il centrosinistra torna in piazza unito sabato prossimo, 13 marzo, per protestare contro il decreto salva-liste: l'idea, già venuta in mente a qualcuno nel Pd ieri sera, oggi ha preso forma dopo una serie di contatti tra il segretario dei democratici Pierluigi Bersani, il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, la candidata alla guida del Lazio, Emma Bonino, Nichi Vendola e altri responsabili del centrosinistra.
Le mobilitazioni contro quello che viene definito dal Pd "un vero e proprio condono, un provvedimento che serve solo a occultare gli errori e le divisioni, a sanare il vero e proprio pasticcio combinato da una destra che pensa di vincere calpestando le regole" sono iniziate già ieri con manifestazioni a Milano e a Roma, dove sono scesi in piazza anche Massimo D'Alema e Dario Franceschini. Proseguono oggi, nella Capitale, con una manifestazione del Popolo Viola (il primo a reagire al varo del decreto con un presidio l'altra notte davanti al Quirinale, proseguito di giorno a piazza Monte Citorio e a piazza Navona. E c'è stato grande movimento anche a Firenze, dove il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli ha invitato il partito a organizzare sul territorio iniziative unitarie e presidi di protesta civilenel segno "La legge è uguale per tutti". L'evento clou della protesta che vedrà insieme Pd, Idv, Sinistra Ecologia e Libertà, il Partito socialista e il Popolo Viola, sarà la manifestazione di sabato prossimo a Roma.
Ma non c'è solo la piazza. Spiega Bersani: il Pd comincia "una mobilitazione fino a sabato anche nelle sedi giurisdizionali. I Tar sono ancora aperti, ma lavoreremo fino ad arrivare, mi auguro, alla Corte costituzionale".
E poi c'è il Parlamento: in una lettera ai presidenti delle Camere, i capigruppo Dario Franceschini e Anna Finocchiaro fanno sapere che l'approvazione del decreto salva-liste, "un gravissimo precedente nella storia repubblicana", avrà anche "conseguenze sull'atteggiamento parlamentare" dei democratici. La parola d'ordine è ostruzionismo, a partire da lunedì alla Camera".
Fonte parziale: Aprile on line
2 commenti:
Dobbiamo prendere atto invece, senza rassegnazione, che purtroppo ancora una volta l'arroganza e la prepotenza hanno vinto un'altra battaglia, ma non la guerra.
imparato molto
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