"Gratta gratta l'americano e ci scopri l'indiano", così amava ripetere una volta il mio carissimo collega ed amico Piccione, scandagliando dal suo "Tirreno" i vizi e i pregi della nostra gente.
Se adesso dovessimo dire "Gratta gratta l'Italiano che ci scopri...", come potremmo completare l'aforisma dovendolo adattare al verminaio che sempre più sta invadendo questa povera Italia?
Che cosa si potrebbe trovare sotto, se non lo stesso meccanismo corrotto e insulso che caratterizzò la prima repubblica e che, una volta scoperto, c'illudemmo che potesse essere travolto assieme ai partiti e alla gente che l'aveva adottato?
E invece, adesso, non ci resta che la grande delusione dell'esplosione vulcanica di ingordi misfatti , come se non s'avesse da sempre la sensazione che si stesse navigando in un mare di vergogna. Tanto da essere ormai da tempo, nella graduatoria planetaria della corruittela, proprio in fondo, al di sotto addirittura del Gabon.
E c'è chi cerca o finge di cercare l'incenso purificatore, promettendo di ricorrere alla severità, annunciando aspre pene per i corrotti e rigore estremo per le candidatuire politiche.
Ma cosa si farà, per cercare e accettare realmente gente "candida" da candidare?
Si eviterà di ripetere l'ormai inveterata complicità che il parlamento ha messo in atto di fronte alle richieste di autorizzazione a procedere avanzate dalla magistratura nei confronti di parlamentari indiziati di reato?
Nella stessa maggioranza parlamentare, intanto, si nota un certo fermento e non poca preoccupazione per questo fiume di fango che esonda e imbratta in maniera irreversibile l'immagine d'un Italietta sfruttata e bistrattata.
Anche se c'è ancora qualcuno che s'illude di farla apparire illibata e bella, truccandola con lo stesso cerone che serve a celare le rughe della sua propria vecchiezza.
Fra' Galdino
1 commento:
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Gli uomini di questa seconda repubblica sono nati dalla corruzione della prima.Mani pulite non ha pulito niente.Gli uomini delle origini della prima repubblica sapevano coniugare la santità con la politica(don Sturzo,La Pira) o il rigore morale con la politica(De Nicola, Einaudi ,De Gasperi,Moro...).Proprio in questi giorni don Massimo Naro,teologo,ha messo in evidenza in un convegno a Palazzo dei Normanni il binomio possibile santità-politica.Intendendo per santità non qualcosa che sta nell'etereo cielo ma qui nella convivenza fra gli uomini,su questa terra.Si riferiva a don Sturzo specificatamente ma in generale a tutti i cristiani nella loro vita quotidiana.Ma oggi questa santità dei cristiani non è più praticata.La fede non è più sentita come missione.E la politica?La politica deve ancorarsi a ciò che precede e supera l'orizonte dell'uomo,dice don Naro.E dice pure che la qualità paradossale del rapporto santità-politica ''rivela una reciproca coimplicazione dell'una nell'altra''.Cioè non c'è l'una senza l'altra.Proprio come avviene oggi,vero?.Chi è d'accordo con don Naro deve prendere atto che la politica è fuggita via assieme alla santità,rifuggiandosi entrambe in nicchie specializzate.
Alla conferenza di don Naro su Sturzo e La Pira ,a Palazzo dei Normanni,non c'erano politici siciliani.E questo la dice lunga sulla possibilità di un cambiamento in sicilia.
Franz
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