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Brunetta, non quella dei Ricchi & Poveri ma il ministro, non ci lasciare. Non andartene a Venezia. Non fare il sindaco in Laguna, lassù fra malinconia, nebbie, umidità, grasse turiste e prezzi pazzi.
Resta a Roma, Renatino: anzi Renatone, visto che politicamente sei in fase di bella espansione. Insomma, noi quiriti - gente sentimentale - stiamo soffrendo perché il nostro piccolo grande eroe, figlio di un venditore ambulante di Venezia, si dividerà fra il mestiere di statista che quaggiù svolge con grande tempra e ottimi risultati e la professione da amministratore locale che però svolgerà lontano e distante dall’Urbe.
Brunetta ci mancherà, sia pure part-time, perché in fondo c’eravamo affezionati a lui, ai suoi tornelli, alle sue grandi verità («Ormai sono popolare come Lorella Cuccarini»), alle sue battute sui «poliziotti panzoni» e sui romani, romanisti e romaneschi che gli appaiono come una plebaglia chiassosa ma divertente.
Siccome però vuole dividersi fra due città, tre giorni qui e tre lì, e non c’è freno che riesca a mantenerlo stanziale, almeno vada ad occuparsi di gondole e acqua senza appiopparci i conti da pagare. Per supplire alle sue assenze capitoline, infatti, verranno assunti due nuovi sottosegretari, in un’ennesimo revival della solita storia: la moltiplicazione delle poltrone, oltretutto vietata dalla legge.
Non è «senza portafoglio» il ministero della Pubblica Amministrazione in cui da aprile Brunetta starà a mezzo servizio? Sì, ma pur di soddisfare le aspirazioni veneziane del bel René, si troverà un portafoglio da cui prendere i soldi per le sue due controfigure. Prepariamoci a pagare.
Fonte:Il Messaggero .....................................Una chicca da cliccare ==> Silvio, quanto ci costi
1 commento:
Il governo ed il parlamento italiano non taglieranno mai i costi della politica alimentati da innumerevoli privilegi che i regolamenti consentono di perpetuare.
E questo fino a quando ci saranno i "polli" da spennare ed i creduloni che pensano sia un problema di "destra" o di "sinistra".
Lo sperpero e le "ruberie" più o meno legalizzate fanno parte del patrimonio genetico degli italiani,a prescindere della pirandelliana "maschera" politica che assumono.
Forse bisognerebbe ritrovare agli insegnamenti evangelici che si sono completamente smarriti
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