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Roma, 27 mag. (Apcom) - Se i genitori del figlio naturale sono in conflitto e ciascuno pretende di dare il proprio cognome al bambino, una volta maggiorenne il ragazzo può decidere da solo.
Così la Cassazione ha messo la parola fine, dopo quasi 20 anni, alla vicenda che ha visto protagonista un ragazzo di Salerno che ha "attraversato" sette diversi procedimenti giudiziari prima di sapere quale dovesse essere il suo cognome. Nato nel 1990, aveva preso il cognome della madre. Il padre lo riconosce nel 1994 e chiede ai giudici di cambiare il cognome del bambino, sostituendo quello della madre. Tribunale e Corte d'appello gli danno ragione ma la Cassazione nel 2001 annulla tutto e restituisce gli atti ai giudici d'appello che, seguendo la Suprema Corte, ridanno all'ormai ragazzino il cognome della madre al posto di quello del padre.
Nuovo ricorso in Cassazione del papà e nuova sentenza che cambia ancora una volta le carte in tavola e così nel 2007 il giovane, adolescente, addirittura si ritrova con due cognomi, prima quello della mamma e poi quello del papà. Non finisce qui, naturalmente.
Ma questa volta il terzo ricorso in Cassazione lo presenta il giovane in prima persona, ormai diciottenne. Non li vuole quei due cognomi. Gliene basta uno e che non se ne parli più. Ma i giudici della prima sezione civile della Corte, con la sentenza 12147, "approfittano" dell'ormai maggiore età del ragazzo per dichiarare inammissibile il ricorso e liquidare la faccenda invitando il diciannovenne a rivolgersi direttamente agli uffici di stato civile per scegliere il cognome che più gli aggrada.
Infatti da un lato il bambino dal cognome conteso di ieri è oggi diventato maggiorenne, dall'altro, sottolinea la Cassazione, il decreto presidenziale 386 del 2000 prevede espressamente che i maggiorenni possono "avvalersi autonomamente e personalmente dei rimedi amministrativi in tema di cambiamenti e modificazioni del nome e del cognome". Insomma, sono passati vent'anni e come dice un vecchio detto: il tempo è il miglior giudice.
U surici ci dissi a nuci: "Dammi tempu chi ti perciu"
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