Cosa sta succedendo nella nostra città?
Sembra che ci sia un risveglio delle menti che tenta di fare uscire Barcellona dal torpore culturale in cui finora si è adagiata.
Ciò che è stato finora patrimonio e virtù di pochi - anzi pochissimi - uomini di cultura, egoisticamente gelosi del proprio sapere, sembra finalmente disciogliersi ed espandersi in molteplici rivoli di novella passione per quel misterioso quid che, armonizzando lo spirito
con l’esperienza esterna, si concretizza in umana cultura non più egocentrica ed ottusa, ma aperta a tutti: radice nel passato e gemma per il domani.
Non che, negli anni addietro, fossero mancati tentativi, soprattutto da parte di giovani, per dare una scossa al torpore culturale della città. Però troppo spesso sono andati in frantumi, anche perché i mezzi di diffusione allora disponibili erano carenti e, quelli validi, inaccessibili. Diversi sono stati i tentativi di dare vita ad un giornalino locale, ma tutti di breve durata; e lo stesso è avvenuto per radio e tv private, sorte e tramontate nell’arco di pochi anni.
Persino i “Premi culturali” stentavano, non dico a crescere, ma a sopravvivere: e gli organizzatori del Premio “Bartolo Cattafi” ne sanno qualcosa.
Oggi, forse grazie ad Internet, si scorge un rifiorire d’idee e di stimoli per dare campo alla nostra “cultura”, che per quanto sonnolenta tuttavia non è priva di un suo potenziale.
Sorgono iniziative, sorgono conventicole virtuali, sorgono siti personali su Internet, si sente l’odore di caffè tra le righe, si organizzano visite tra i resti del nostro passato, si tenta di scavare nel passato per mettere in luce e preservare le radici del nostro paese.
Sono tutti, singoli o corali che siano, generosi “scappellotti”, che speriamo possano svegliare questa fin troppo ibernata vita di provincia.
francesco cilona
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