

Ancora qualche giorno e le vacanze scolastiche saranno terminate.
Le scuole, di ogni ordine e grado, il 18 settembre apriranno i battenti e già i genitori degli studenti hanno dovuto mettere mano al portafoglio per far fronte all'acquisto dei libri e degli altri non pochi strumenti scolastici, che appesantiranno gli zaini dei ragazzi.
Per non poche famiglie, questo, è un frangente particolarmente difficile. Soprattutto per chi ha più figli a scuola e nello stesso tempo ha scarse possibilità economiche.
E nella nostra città di questi casi ce ne sono parecchi. E non solo apparenti.
Per quanto concerne il problema dei libri, esso non è particolarmente gravoso per le famiglie che hanno soltanto bambini che frequentano le scuole elementari, essendo per loro garantiti i libri di testo gratuiti.
Ma per il resto della scuola dell'obbligo, che ormai s'estenderà fino al diciottesimo anno d'età dello studente, la situazione diventa estremamente problematica, per diversi motivi.
Ne indicherò tre:
1) Per l'acquisto dei libri di testo esiste soltanto un modesto contributo del Comune che, quest'anno, eroga 61 euro per alunno frequentante la prima media inferiore, 41 euro "ad personam" per la seconda e terza media. Questo, senza differenza di censo e di età;
2) Anche quest'anno, parecchi libri di testo usati negli anni precedenti risultano cambiati, cosicché è difficile che un alunno possa fruire dei libri già usati da un proprio fratello o presi dalla bancarella dell'usato;
3)Non sono soltanto i libri di testo ad appesantire la spesa, in quanto c'è tutto un apparato complementare di strumenti di lavoro ed altri aggeggi pronti ad aggravare la portata dello zaino posto in groppa al ragazzo.
Per quanto concerne il primo punto, c'è da rimarcare che i 61 e i 41 euro elemosinati dal Comune, per il fruitore benestante possono costituire un "superfluo regalino" con cui pagare una ricarica al telefonino del figlio, mentre per la famiglia indigente e con a carico più figli sarà una goccia utile, che si perde però nel mare di necessità in cui essa naviga.
Da parte sua, l'Amministrazione Comunale si giustifica, sostenendo che i fondi disponibili non consentono di dare di più. E se la quota singola risulta modesta, ciò non dipende da cattiva volontà, ma dalla necessità di fare giungere il buono libri a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito.
Probabilmente questo potrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione, tuttavia è nostro modesto parere che sarebbe più opportuno fare qualche piccola "discriminazione". Non certamente nel senso di privilegiare coi soliti favoritismi, ma distribuendo i contributi, in base a un parametro che tenga conto della situazione familiare (con punteggio inversamente proporzionale al reddito) e del merito scolastico del singolo alunno fruitore del "buono" (punteggio direttamente proporzionale al merito).
Questo, ovviamente, se la legge attuale lo consente.
FRANCESCO CILONA
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