Anche se oggi è una bella giornata di sole, per molti il primo maggio non è festa, o per lo meno non è la festa dei lavoratori, perché per loro il lavoro è diventato una chimera: parlo degli esodati, di quelli cioè che a 45/50 anni hanno perduto il lavoro, di coloro che cercano inutilmente il lavoro e non trovano neppure quello precario, dei precari che hanno la prospettiva nera di doverlo lasciare alla fine dell'anno, perché non saranno rinnovati i contratti dopo il 31 dicembre e di chi credeva di potersi godere la sua modesta pensione con l'anno nuovo e deve ancora rimanere per altri cinque anni, nonostante l'età matura, a togliere prosepettive di spazio ai giovani, in questo residuo mondo del lavoro.
Oggi è il primo maggio e dovrebbe essere anche ricorrenza religiosa, in onore di un Santo di nome Giuseppe, padre putativo di Gesù.
Il primo maggio, infatti, la Chiesa Cattolica celebra San Giuseppe artigiano.
patrono dei falegnami, dei carpentieri, dei calzolai, degli elettricisti, degli idraulici, degli uomini che insomma esercitano mestieri manuali, una categoria che da tempo ha comninciato a perdere pezzi.
Secondo i vangeli,
Giuseppe era il padre ‘adottivo’ di Gesù perchè il padre di Gesù era Dio
stesso. La tradizione lo definisce padre putativo di Gesù (dal latino
puto, “credo”), cioè colui “che era creduto” suo padre. Giuseppe, messo
al corrente della situazione – e cioè di Maria miracolosamente incinta –
da una visione avuta in sogno, accettò di sposarla e di riconoscere
legalmente Gesù come proprio figlio. Dopo la nascita di Gesù un angelo
lo avvisò in sogno della persecuzione di Erode, così Giuseppe portò in
salvo Maria e Gesù in Egitto.
Quando Gesù iniziò la sua vita pubblica, molto probabilmente Giuseppe
era già morto, in quanto non è mai più menzionato dai Vangeli. Secondo i
vangeli apocrifi (in particolare “Storia di Giuseppe il falegname”)
Giuseppe aveva centoundici anni quando morì, dopo aver lavorato fino
all’ultimo giorno. Avvertito da un angelo della morte che stava
arrivando, si recò a Gerusalemme e al suo ritorno venne colpito dalla
malattia che l’avrebbe ucciso.
2 commenti:
C'è ben poco da festeggiare, nonostante la consueta ricorrenza della festa dei lavoratori. "Questo Primo Maggio deve essere dedicato al lavoro che non c'è, in particolare agli ultracinquantenni sia dipendenti che indipendenti quando si trovano senza reddito, magari con familiari a carico e mutuo per la casa".
La festa è un memento sull'importanza del lavoro, sulla sua dignità. Se non c'è, tutti ci dobbiamo impegnare a crearlo. Non è facile in una situazione di crisi e ristrutturazione globale. Che durerà ancora. Non è giusto dare la colpa a Monti,senza conoscere la complessità della sua azione in atto. Dobbiamo aver fiducia e dare tempo.
Piuttosto dobbiamo impegnarci a livello locale per contribuire a crearlo. Se rimarrà l'attuale amministrazione camuffata,non riusciremo nell'intento. Per creare lavoro bisogna,Voltare Pagina, incominciare a creare una nuova classe dirigente e cittadini dignitosi responsabili e attivi,non indifferenti. L'attuale amministrazione ha contribuito a creare una massa elettoralmente maggioritaria e manovrabile di abitanti-clientes,non persone con anima e corpo. Nè tantomeno cittadini,che oltre a essere persone capaci di scegliere fra il bene e il male,sono persone con diritti e doveri costituzionalmete riconosciuti,che devono saper difendere e praticare attivamente e responsabilmente. Insomma manca la materia prima volutamente oscurata, in gran parte ,da questi ''non estremisti '' dal cuore di pietra. Hanno pensato a creare la città di pietra quasi vuota di cittadini attivi.
Il 6/7 maggio c’è la possibilità di cambiare rotta e riempire la città di pietra con cittadini attivi lavoratori. L’appello è rivolto a tutti,indifferenti e attivi,che hanno energie da spendere nell’amore,nella’’Politica Estremista’’ della minor sofferenza e maggior eguaglianza.
Con speranza incrollabile e determinazione,
franzsidoti
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