Un sisma della stessa intensità del terremoto che nel 1908 distrusse le città di Reggio Calabria e di Messina e sconquassò gran parte del territorio delle due province sullo Stretto, anche oggi – se malauguratamente dovesse ripetersi – produrrebbe danni materiali gravissimi.
La scoraggiante previsione è uscita dalla bocca del sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, nell’incontro di Messina, commemorativo del centenario della catastrofe del 28 dicembre 1908.
Unica differenza: che non ci sarebbe un'uguale perdita di vite umane, allora disastrosa per carenze di mezzi adeguati e di preparazione, atti a soccorrere sollecitamente gli sventurati terremotati investiti dalle macerie.
Oggi - e qui Bertolaso tira l’acqua al suo mulino – si fruirebbe delle moderne tecnologie e del sistema organizzativo della Protezione Civile. Resterebbe comunque la carenza delle infrastrutture a influire negativamente sulla portata dei danni materiali.
Ma sarebbe proprio e soltanto tale difetto a mantenere alti gli effetti deleteri del terremoto o ci sarebbero altre concause?
Secondo il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, è ovvio che esisterebbero altre ragioni, direttamente collegabili alla selvaggia speculazione edilizia e all’erosione del territorio che, anche di recente in seguito alle piogge autunnali, come s’è potuto constatare dalle nostre parti, hanno deternminato gravi situazioni d’emergenza e notevoli danni nelle campagne e nei centri abitati. “Quando noi non rispettiamo
Quante volte è stato ripetuto questo ritornello, anche a Barcellona, eppure raramente s’è fatto tesoro di tale ammonizione: e sono stati costruiti edifici , sui fianchi di colline glabre per carenza di alberi, a ridosso di torrenti e saie cementificati, o di spiagge soggette ad erosioni marine. Sono tutti – questi – punti deboli che, creando squilibrio, al primo impatto con la natura “incazzata” portano al cedimento e al dissesto cronico del territorio.
Francesco Cilona
8 commenti:
"Unica differenza: che non ci sarebbe un'uguale perdita di vite umane..."
Il direttore dell'Osservatorio Sismologico dell’Università di Messina, Prof. Antonio Teramo, ha detto in un'intervista rilasciata qualche giorno fa, che in un convegno sul rischio sismico tenutosi a Messina e intitolato "Messina 100 anni dopo" iniziativa promossa per ricordare il centenario del terremoto a novembre 2008 con altri geologi ed esperti del settore, è stato stimato che un evento sismico simile a quello del 1908 ai giorni nostri, produrebbe circa 25.000 morti nell'area dello stretto.
Ovviamente, salvo inventario. Speriamo invece che non ci sia nessuna vittima, per almeno un paio di millenni.Che il Signore ci scampi e liberi da eventi del genere.
fra' Galdino
La fonte "Prof Antonio Teramo" , è poco autorevole.
informarsi bene.
La prossima volta mi documenterò dal famoso geologo giapponese Kakapoko Kifapokomoto....
Hai definito poco autorevole il prof. messinese, ora resto in attesa di sapere perchè sarebbe poco autorevole. Grazie.
Cari anonimi, perchè non mettete un segno distintivo al vostro anonimato, per non creare confusione? un anonimo dice una cosa, un altro anonimo dice il contrario. Perchè fare tanta confusione, quando è facile evitarla.
Quando spedite un commento potete utilizzare nome/url che consente di segnare una sigla o un nome fittizio, visto che non ve la sentite di farvi riconoscere.
e tu "osservatore romano" perchè non ti fai riconoscere? sai che tra "l'osservatore romano" e l'anonimo c'è di mezzo il "quotidiano"?
E se fossi il quotidiano, cosa cambierebbe? Un Gianluca e basta non è l'equivalente di un osservatore romano e basta? Ciao. Buon anno a te e a tutti gli amici, anonimi compresi.
Sentiti auguri di un felice 2009 all'amico "osservatore romano" e a tutti gli amici del blog.
Posta un commento