La Funzione Pubblica Cgil , con una lettera al Governo, fa appello perchè l'Esecutivo intevenga immediatamente per porre riparo ad una legge iniqua, la 133/08, che all'art. 71 introduce norme che colpiscono la malattia dei pubblici dipendenti, prevedendo che per i primi 10 giorni di ogni evento di malattia siano tolti gli emolumenti del salario accessorio.
La nota del sindacato rileva che la circolare interpretativa della legge, emessa dal Ministero della Pubblica Amministrazione specifica espressamente che: "Se l'assenza per effettuare visite specialistiche, cure o esami diagnostici è imputata a malattia si applica il nuovo regime sia per quanto concerne le modalità di certificazione, sia per quanto riguarda la retribuzione".
In questa restrizione si fanno pertanto rientrare:
• le visite mediche e gli esami clinici effettuati per la prevenzione dei tumori, anche se si è inseriti nei programmi di prevenzione previsti dalle regioni.
• le visite di controllo e gli esami clinici effettuati durante la gravidanza, infatti la legge tutela solo i cinque mesi di congedo per maternità obbligatori, le gravidanze a rischio, i parti prematuri.
A giudizio del sindacato , il Ministro evidentemente non considera che i controlli preventivi salvano la vita, com'è ormai ampiamente dimostrato nel caso di tumore al seno, all'utero, all'intestino, alla prostata, ecc.
Non sa che visite e accertamenti clinici accurati durante la gravidanza evitano conseguenze gravi e a volte irreversibili al bambino e alla madre.
Non sa che la mancanza di prevenzione ha costi altissimi per la comunità.
Non sa che la prevenzione è parte fondamentale del diritto alla salute, è economicamente vantaggiosa perché riduce la spesa sanitaria, è un fatto di civiltà."
Pertanto
"Questa legge esclude i dipendenti pubblici dai benefici della ricerca sulla cura dei tumori, e delle malattie infantili.
Depotenzia la certezza che la migliore arma è la prevenzione, le campagne di sensibilizzazione nei confronti delle donne e degli uomini sulla necessità della prevenzione, l'impegno delle regioni nel sostenere programmi di prevenzione con visite ed accertamenti periodici e gratuiti.
Le donne e gli uomini che lavorano nel pubblico impiego non potranno sottoporsi a visite periodiche preventive, se non perdendo soldi.
Le donne del pubblico impiego in gravidanza non potranno tutelare se stesse ed il loro bambino, se non perdendo soldi."
Insomma si tratta di UNA SCELTA INIQUA E GRAVEMENTE LESIVA DELLA SALUTE DEI PUBBLICI DIPENDENTI, CONTRARIA AI DIRITTI COSTITUZIONALI DI OGNI SINGOLO CITTADINO
La nota del sindacato rileva che la circolare interpretativa della legge, emessa dal Ministero della Pubblica Amministrazione specifica espressamente che: "Se l'assenza per effettuare visite specialistiche, cure o esami diagnostici è imputata a malattia si applica il nuovo regime sia per quanto concerne le modalità di certificazione, sia per quanto riguarda la retribuzione".
In questa restrizione si fanno pertanto rientrare:
• le visite mediche e gli esami clinici effettuati per la prevenzione dei tumori, anche se si è inseriti nei programmi di prevenzione previsti dalle regioni.
• le visite di controllo e gli esami clinici effettuati durante la gravidanza, infatti la legge tutela solo i cinque mesi di congedo per maternità obbligatori, le gravidanze a rischio, i parti prematuri.
A giudizio del sindacato , il Ministro evidentemente non considera che i controlli preventivi salvano la vita, com'è ormai ampiamente dimostrato nel caso di tumore al seno, all'utero, all'intestino, alla prostata, ecc.
Non sa che visite e accertamenti clinici accurati durante la gravidanza evitano conseguenze gravi e a volte irreversibili al bambino e alla madre.
Non sa che la mancanza di prevenzione ha costi altissimi per la comunità.
Non sa che la prevenzione è parte fondamentale del diritto alla salute, è economicamente vantaggiosa perché riduce la spesa sanitaria, è un fatto di civiltà."
Pertanto
"Questa legge esclude i dipendenti pubblici dai benefici della ricerca sulla cura dei tumori, e delle malattie infantili.
Depotenzia la certezza che la migliore arma è la prevenzione, le campagne di sensibilizzazione nei confronti delle donne e degli uomini sulla necessità della prevenzione, l'impegno delle regioni nel sostenere programmi di prevenzione con visite ed accertamenti periodici e gratuiti.
Le donne e gli uomini che lavorano nel pubblico impiego non potranno sottoporsi a visite periodiche preventive, se non perdendo soldi.
Le donne del pubblico impiego in gravidanza non potranno tutelare se stesse ed il loro bambino, se non perdendo soldi."
Insomma si tratta di UNA SCELTA INIQUA E GRAVEMENTE LESIVA DELLA SALUTE DEI PUBBLICI DIPENDENTI, CONTRARIA AI DIRITTI COSTITUZIONALI DI OGNI SINGOLO CITTADINO
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